
Un passo avanti nella biologia dello sviluppo
Un gruppo di ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze ha compiuto un passo significativo nella biologia dello sviluppo, riuscendo a far nascere il primo topo con due genitori maschi. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla manipolazione di 20 geni chiave presenti nelle cellule staminali, che normalmente impediscono la riproduzione tra individui dello stesso sesso. La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell, apre nuove prospettive nella comprensione dei meccanismi della riproduzione e nella medicina rigenerativa.
La sfida dell’imprinting genomico
La riproduzione nei mammiferi è un processo complesso che richiede il contributo genetico di entrambi i genitori. L’imprinting genomico, un meccanismo che regola l’espressione dei geni a seconda della loro origine parentale, gioca un ruolo cruciale in questo processo. Finora, gli scienziati avevano riscontrato che gli embrioni derivati dal genoma di un solo genitore non riuscivano a svilupparsi correttamente. Il team cinese ha identificato 20 geni coinvolti in questo processo, dimostrando che la loro manipolazione può permettere lo sviluppo embrionale anche in assenza del contributo materno.
La tecnica e le sue implicazioni
I ricercatori hanno modificato questi 20 geni attraverso diverse tecniche, come la cancellazione di un intero gene o la modifica della regione che ne regola l’attivazione. In questo modo, sono riusciti a ottenere embrioni che si sono sviluppati fino alla nascita. Tuttavia, solo l’11,8% degli embrioni è riuscito a completare lo sviluppo e i pochi topi diventati adulti sono risultati sterili, con una crescita alterata e una vita più breve. Nonostante queste limitazioni, la scoperta rappresenta un importante passo avanti e potrebbe migliorare i risultati della ricerca sulle cellule staminali embrionali, sugli animali clonati e sulla medicina rigenerativa. Il team punta ora ad estendere la tecnica ad animali più grandi, come le scimmie, anche se ciò richiederà ulteriori studi e adattamenti.
Un impatto sulla comprensione delle malattie
Secondo Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata, questo studio contribuisce in modo significativo alla biologia dello sviluppo e alla comprensione di malattie come le sindromi di Prader-Willi, di Angelman, di Silver-Russell e di Beckwith-Wiedemann. Inoltre, potrebbe aiutare a capire perché i bambini concepiti con riproduzione assistita hanno una maggiore incidenza di questi disturbi. La manipolazione genetica di questi 20 geni potrebbe fornire nuovi strumenti per la ricerca e per la cura di queste patologie.
Prospettive e limiti della ricerca
La nascita del primo topo con due genitori maschi rappresenta una svolta scientifica di notevole importanza, che apre nuove strade per la ricerca sulla riproduzione e sulla medicina rigenerativa. Tuttavia, è importante sottolineare che la tecnica è ancora in fase di sviluppo e presenta diverse limitazioni, come la bassa percentuale di successo e i problemi di salute dei topi nati. Nonostante ciò, questa ricerca dimostra il potenziale della manipolazione genetica per superare le barriere biologiche e offre nuove speranze per la cura di malattie genetiche e per la riproduzione assistita. Sarà fondamentale continuare a studiare e perfezionare questa tecnica, tenendo sempre presente le implicazioni etiche e sociali.