La Fondazione Laura: un paravento per le operazioni di Benko
Secondo gli inquirenti austriaci, impegnati nelle indagini sul colossale crack del gruppo Signa, René Benko avrebbe utilizzato la Fondazione Laura come un vero e proprio strumento per gestire le proprie finanze e beni, eludendo i controlli e le procedure standard. Nonostante la fondazione fosse formalmente intestata alla madre, gli atti della Procura anticorruzione di Vienna (Wksta) indicano che il tycoon tirolese era il principale interlocutore per le operazioni della fondazione. Benko, secondo quanto emerso, era solito rispondere ai soci in affari con la frase “questo lo fa mamma”, riferendosi alla Fondazione Laura, quasi a voler delegare ogni responsabilità alla figura materna.
Il ruolo di Benko e le testimonianze dei soci
Il ruolo centrale di Benko nella gestione della fondazione è stato confermato anche dall’ex socio Hans Peter Haselsteiner, che ha raccontato come Benko affermasse che la madre riceveva denaro dalla fondazione, che poi gli veniva regalato o utilizzato per acquistare beni per suo conto. Questi elementi suggeriscono che la Fondazione Laura fosse in realtà un’estensione del patrimonio personale di Benko, utilizzata per scopi che andavano ben oltre la mera gestione di un’entità di beneficenza o filantropica.
La vendita sospetta di Villa Eden Gardone
Un altro punto critico dell’indagine riguarda la vendita di Villa Eden Gardone, avvenuta a una società di investimento lussemburghese. Secondo la Wksta, la procedura di vendita non ha seguito le prassi standard per la cessione a terzi, evidenziando un possibile intento di Benko di evitare che la villa finisse nelle mani di estranei durante la procedura di insolvenza. Al contratto di compravendita sarebbe stato allegato un semplice depliant, un dettaglio che rafforza i sospetti degli inquirenti sulla natura anomala della transazione.
Il coinvolgimento del commercialista Heinz Peter Hager
Negli atti della Procura viene menzionato più volte il nome del commercialista bolzanino Heinz Peter Hager, in qualità di amministratore delegato della Fondazione Laura e socio di fiducia di Benko. Una ex collaboratrice ha confermato che, anche dopo il crack di Signa, Benko e Hager avevano la responsabilità finale della fondazione. Nonostante Hager sia attualmente agli arresti domiciliari per un’altra inchiesta della Procura di Trento, gli inquirenti non hanno formulato ipotesi di reato nei suoi confronti per quanto riguarda la Fondazione Laura. Hager si è comunque dimesso dalla guida della fondazione.
Deviazione di beni dalla massa fallimentare
Le indagini hanno portato alla luce anche una serie di operazioni sospette finalizzate a ‘deviare’ beni di valore dalla massa fallimentare. Tra questi, orologi, fucili e una Porsche 911 Speedster, ceduta alla Laura Bacchus srl, il cui unico titolare è la Fondazione Laura, per un corrispettivo di 150.000 euro. Queste transazioni, secondo la Wksta, sarebbero state orchestrate per sottrarre beni all’attivo disponibile per i creditori.
Implicazioni e prospettive future dell’inchiesta
L’inchiesta sulla Fondazione Laura e le operazioni di René Benko mette in luce un sistema di gestione finanziaria opaco e potenzialmente illecito. La vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza delle operazioni finanziarie e sull’uso di entità formali per scopi personali. Le indagini sono ancora in corso e potrebbero portare a ulteriori sviluppi e rivelazioni, con implicazioni significative per il futuro del gruppo Signa e per i suoi creditori. La figura di Benko, un tempo simbolo di successo nel mondo degli affari, ora è al centro di un’inchiesta che potrebbe segnare un punto di svolta nella sua carriera e nel mondo della finanza.