Crollo della Produzione Manifatturiera
Il 2024 si sta rivelando un anno difficile per la produzione manifatturiera italiana. Secondo i dati del Centro studi Cub, si sta assistendo a un vero e proprio crollo, con cali a due cifre in settori chiave come la moda, il tessile e l’automotive. Questa situazione preoccupante mette in luce una crisi strutturale che richiede interventi urgenti e mirati.
Impennata della Cassa Integrazione
Parallelamente al calo della produzione, si registra un aumento significativo del ricorso alla cassa integrazione (CIG). Nel 2024, sono state richieste 507 milioni di ore di CIG, di cui 426 milioni solo nel settore manifatturiero, con un incremento del 30% rispetto al 2023. I settori più colpiti sono quello della pelle e pelletteria (+140% ore di CIG), seguito dall’abbigliamento (+125%) e dal tessile (+75%). Questi dati evidenziano la gravità della situazione e la necessità di misure di sostegno per i lavoratori.
Crisi Profonda nel Settore Automotive
Il settore automotive è particolarmente in difficoltà, con un crollo della produzione di oltre il 42%, dell’export del 22% e una bilancia commerciale in deficit di 15 miliardi. Questo settore, che rappresenta una quota significativa del PIL italiano (tra il 5 e il 6%) e impiega circa 270.000 persone, sta vivendo una crisi senza precedenti. Le immatricolazioni in Italia sono calate di poco (-0,5%), ma il principale produttore nazionale, Stellantis, ha subito un calo verticale della produzione, con solo 475.000 veicoli prodotti, un calo del 36% rispetto all’anno precedente. In particolare, le auto prodotte si sono limitate a 283.000 pezzi, con un calo del 46%, ritornando ai livelli del 1956. Le vendite del gruppo in Italia sono scese sotto il 30% di quota di mercato, con crolli produttivi significativi in tutti gli stabilimenti ex-Fiat: -70% Mirafiori, -63% Melfi, -45% Cassino, -22% Pomigliano. Persino la Maserati di Modena ha registrato un calo del 79%.
Necessità di un Salto Tecnologico e Produttivo
Secondo Walter Montagnoli, segretario nazionale del sindacato, per superare la crisi produttiva è necessario un salto tecnologico e produttivo, sostenuto da adeguati investimenti mirati. Questo è fondamentale per gestire la transizione verso un modello di trasporto meno inquinante, meno costoso, più sostenibile sul piano ambientale e più accessibile sul piano economico. Montagnoli sottolinea l’importanza di utilizzare i finanziamenti pubblici per rilanciare la produzione e promuovere una vera riconversione, piuttosto che sostenere i profitti privati ottenuti con licenziamenti e chiusure.
Riflessioni sulla Crisi Manifatturiera Italiana
La crisi del settore manifatturiero italiano è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. I dati parlano chiaro: crolli produttivi, impennata della cassa integrazione e un settore automotive in profonda difficoltà. È evidente la necessità di un intervento strutturale che vada oltre le misure di sostegno temporanee. Serve una visione a lungo termine, con investimenti mirati in innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, per garantire un futuro prospero al cuore pulsante dell’economia italiana. La transizione verso un’economia più verde e digitalizzata è un’opportunità, ma richiede una strategia chiara e una forte collaborazione tra governo, imprese e sindacati.