L’ispirazione dai thriller erotici degli anni ’90
Nicole Kidman, con una carriera di 40 anni davanti alla macchina da presa, rivela di essere cresciuta con una passione per i thriller erotici degli anni ’90, ma con una costante curiosità: conoscere la versione del personaggio femminile. Film come ‘Nove settimane e mezzo’, ‘Basic Instinct’ e ‘Betty Blue’ l’hanno affascinata, ma le hanno anche lasciato una domanda: ‘Dov’è la donna in tutto questo? Quale sarebbe la sua storia, come la racconterebbe lei?’ Questa inquietudine l’ha portata ad accettare il ruolo in ‘Babygirl’, il film di Halina Reijn che ha debuttato a Venezia, dove la Kidman ha vinto la Coppa Volpi, e che arriva nelle sale il 30 gennaio distribuito da Eagle Pictures.
Babygirl: la risposta di Nicole Kidman
La Kidman, premio Oscar per ‘Le ore’, ha visto in ‘Babygirl’ la possibilità di rispondere alla sua annosa domanda. Il film, un progetto low budget di una regista di origini danesi poco conosciuta a Hollywood, le ha offerto l’opportunità di esplorare la prospettiva femminile in un contesto di relazioni complesse e desideri inespressi. L’attrice ha dichiarato: ‘Volevo essere io stessa la risposta a quella domanda’. Il personaggio di Romy, una CEO di un’azienda di robotica, è una donna impeccabile, con una vita apparentemente perfetta, ma con una profonda insoddisfazione sessuale. Questa insoddisfazione la porta a intraprendere una relazione con il giovane stagista Samuel, sconvolgendo i rapporti di potere e mettendo a repentaglio tutto.
Un’esplorazione profonda di segreti, desideri e intimità
La Kidman ha descritto il processo di preparazione al ruolo come un’immersione profonda in segreti, desideri e intimità. Insieme alla regista Halina Reijn, ha trascorso ore a discutere di questi temi, creando un clima di sicurezza e autenticità che le ha permesso di donarsi totalmente al ruolo. L’attrice appare nuda in alcune scene e vulnerabile in molte altre, dimostrando una volontà di spingersi fino al limite per esplorare la complessità del suo personaggio. Romy, inizialmente una figura controllata e quasi puritana, scopre se stessa, fa i conti con il suo desiderio e ammette ciò che vuole veramente. La Kidman sottolinea che il bisogno fondamentale di Romy è quello di essere amata per come è, non per come gli altri la vedono.
La verità nella longevità di una coppia
Sebbene la relazione con il giovane stagista sia centrale nel film, la Kidman rivela che è il rapporto con il marito, interpretato da Antonio Banderas, che l’ha toccata di più. L’attrice riflette sulla necessità di verità nella longevità di una coppia, sottolineando che il piacere si trova solo quando si abbandonano le maschere e si incontra l’altro in modo autentico. La Kidman si interroga sulla necessità di fingere di essere qualcuno o di adattarsi per essere amati, concludendo che la verità emerge sempre, anche dopo decenni.
Un’analisi della figura femminile nel cinema contemporaneo
L’interpretazione di Nicole Kidman in ‘Babygirl’ rappresenta un passo significativo nell’analisi della figura femminile nel cinema contemporaneo. L’attrice non si limita a ricoprire un ruolo, ma si fa portavoce di una riflessione più ampia sul desiderio femminile e sulla necessità di autenticità nelle relazioni. La sua scelta di collaborare con una regista meno nota, ma con una visione chiara, dimostra un impegno a esplorare nuove prospettive e a rompere le convenzioni. ‘Babygirl’ si presenta quindi non solo come un film erotico, ma come un’opera che invita a riflettere sulla complessità della psiche femminile e sulla ricerca della verità nelle relazioni umane.