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L’Inchiesta e la Reazione del Governo
La Procura di Roma ha avviato un’indagine sul caso dell’espulsione di Almasri, un cittadino libico accusato di gravi crimini, tra cui stupri su minori. Questo ha scatenato una forte reazione da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito l’avviso di indagine un “danno alla nazione”. Meloni ha accusato una parte della magistratura di voler “governare”, sottolineando che “non si può fare che loro governano e io vado alle elezioni”. Questa posizione è condivisa dagli alleati di governo, con Antonio Tajani che ritiene “bizzarro” che ogni atto del governo debba essere sottoposto al giudizio della magistratura e Matteo Salvini che parla di “fallimento di una ‘giustizia’ che ha invaso il campo della politica”.
La Risposta dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM)
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha respinto con forza le accuse del governo. Il segretario generale Salvatore Casciaro ha dichiarato che “i magistrati non fanno politica”, sottolineando l’importanza di lasciare ai magistrati il compito di esaminare e valutare gli atti processuali senza condizionamenti. Fonti qualificate hanno assicurato che l’esecutivo non ha posto il segreto di Stato sulla vicenda, permettendo ai ministri di riferire in Parlamento.
Le Critiche dell’Opposizione
L’opposizione ha criticato duramente la reazione del governo. La leader del PD Elly Schlein ha accusato Meloni di “scappare” e di non riferire nelle sedi istituzionali, preferendo i propri follower. Il presidente del M5S Giuseppe Conte ha definito la scelta di imbarcare Almasri su un volo di Stato un “danno d’immagine” e uno “sfregio alla legalità internazionale”. Nonostante le critiche, Tajani ha ribadito che Almasri è stato espulso perché pericoloso e che a liberarlo sono stati “i magistrati”.
Il Ruolo della Corte Penale Internazionale e le Reazioni Internazionali
La vicenda ha assunto una dimensione internazionale, con la notizia dell’indagine che è finita in prima pagina sul Financial Times. Meloni teme ripercussioni sugli investimenti internazionali e critica chi “rema contro” l’Italia. Il caso ha sollevato anche interrogativi sul ruolo della Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato d’arresto per Almasri solo dopo che aveva lasciato la Germania per l’Italia. Tajani ha definito “singolare” l’atteggiamento della Corte, sottolineando che Almasri era noto alle autorità europee da tempo. Meloni ha avuto anche un colloquio telefonico con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in cui si è discusso dello sviluppo della difesa europea.
Le Prossime Mosse e le Reazioni Politiche
Meloni e gli altri indagati, tra cui il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, devono decidere se farsi ascoltare dal Tribunale dei ministri o inviare memorie. A Palazzo Chigi sono convinti che tutto si chiuderà con un’archiviazione. La premier ha rivendicato i suoi viaggi all’estero, che portano “porte aperte per le nostre imprese” e respinto le critiche sul fatto che porta con sé la figlia Ginevra. Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha puntato il dito contro l’avvocato Luigi Li Gotti, autore dell’esposto da cui è nata l’indagine. Li Gotti ha risposto con fermezza, sottolineando di non essere intimorito dalle parole della seconda carica dello Stato.
Riflessioni sul Conflitto Istituzionale
Il caso Almasri ha portato alla luce un profondo scontro tra il governo e una parte della magistratura. La reazione del governo, che denuncia un tentativo di “governare” da parte dei magistrati, solleva interrogativi sul ruolo e sui limiti del potere giudiziario. Allo stesso tempo, l’indagine della Procura di Roma evidenzia la necessità di trasparenza e responsabilità nelle decisioni governative, soprattutto in questioni che riguardano la legalità internazionale. È fondamentale che le istituzioni, pur nel rispetto delle proprie prerogative, lavorino insieme per il bene della nazione, evitando scontri che potrebbero minare la fiducia dei cittadini e degli investitori stranieri.