Un’Esistenza Segnata dalla Guerra e dalla Resistenza
Salvatore Muscas, nato a Cagliari nel 1918, ha vissuto una vita segnata dalla brutalità della Seconda Guerra Mondiale. Arruolato nella Marina militare italiana, si è trovato a essere considerato un nemico dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Catturato dai tedeschi a Portoferraio, è stato deportato in tre campi di concentramento tra Germania e Lituania, dove ha subito indicibili sofferenze per due lunghi anni.
La Fame e la Sopravvivenza nei Lager
Muscas non amava raccontare le atrocità vissute nei campi, ma spesso ricordava la fame lancinante. “La fame? Era quella del campo di concentramento: lì mangiavo la buccia delle patate”, diceva ai figli, un monito contro lo spreco e un ricordo delle privazioni patite. In quegli anni di prigionia, imparò l’arte della sopravvivenza, arrivando persino a farsi cresimare due volte in diversi campi, un modo per ingraziarsi le guardie e garantirsi un lavoro in cucina, dove pelava patate e non sprecava nulla.
Il Ritorno a Casa e la Lotta Continua
Dopo la liberazione, Salvatore tornò in Sardegna, dove si dedicò al lavoro e alla famiglia, sposandosi e avendo tre figli. Ha lavorato alla Semoleria di viale La Playa fino al 1959, quando fu licenziato per aver partecipato a uno sciopero, dimostrando che il suo spirito combattivo non si era spento con la fine della guerra. La sua storia è stata ricostruita dal nipote, che attraverso ricerche sui prigionieri ha identificato i tre campi di concentramento dove Muscas era stato recluso.
L’Onorificenza Postuma e il Ricordo
A 33 anni dalla sua morte, Salvatore Muscas ha ricevuto la medaglia d’onore conferita dal Presidente Mattarella, consegnata ai figli Antonella e Sergio durante il Giorno della Memoria a Cagliari. “Meglio tardi che mai, sarebbe stato molto contento di ricevere questa onorificenza in vita”, hanno commentato i figli, sottolineando l’importanza di ricordare il sacrificio del padre. Il prefetto Giuseppe Cataldo ha definito la cerimonia un “momento di grande emozione”, ribadendo l’importanza di diffondere la cultura della memoria, soprattutto tra i giovani, affinché simili atrocità non si ripetano mai più.
Un Esempio di Resilienza e un Monito per il Futuro
La storia di Salvatore Muscas è un potente esempio di resilienza e di lotta per la sopravvivenza di fronte all’orrore della guerra e della disumanizzazione. La sua vicenda ci ricorda l’importanza di onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto e di educare le nuove generazioni ai valori della pace, della tolleranza e della giustizia. La medaglia d’onore conferita postuma è un atto doveroso, un riconoscimento tardivo ma significativo di una vita segnata dalla sofferenza e dalla resistenza.