Rinvio del Processo e Obbligo di Comparizione
Il tribunale di Brescia ha rinviato al prossimo 28 aprile il processo che vede imputato Felice Maniero, l’ex capo della famigerata mala del Brenta. Maniero, soprannominato ‘Faccia d’angelo’, è accusato di lesioni aggravate e minacce nei confronti di un agente di polizia. La decisione del rinvio è stata presa durante l’ultima udienza, dove è stata anche respinta la richiesta dell’imputato di partecipare al processo tramite videoconferenza. Questa decisione obbliga Maniero a comparire fisicamente in aula, segnando un punto fermo nella procedura giudiziaria.
L’Aggressione al Poliziotto e le Accuse
I fatti contestati risalgono al giugno del 2016, periodo in cui Maniero risiedeva a Brescia. Secondo le accuse, l’ex boss, in quel periodo non ancora arrestato per maltrattamenti nei confronti della moglie, aggredì un poliziotto in borghese nel parcheggio di un supermercato. L’aggressione si sarebbe concretizzata in calci che procurarono all’agente ferite al braccio e al costato. Oltre alle lesioni, Maniero avrebbe anche minacciato il poliziotto, intimandogli di spostarsi altrimenti lo avrebbe investito con l’auto.
Il Braccialetto Elettronico e la Situazione Attuale
La vicenda giudiziaria si inserisce in un contesto personale delicato per Maniero. L’ex boss è stato recentemente dotato di braccialetto elettronico a seguito di un altro episodio di violenza, in cui avrebbe picchiato un parente. Questa misura restrittiva si aggiunge alle accuse per l’aggressione del 2016, evidenziando un quadro di recidività e problematicità comportamentale. La presenza del braccialetto elettronico, quindi, è un ulteriore elemento di attenzione nel percorso giudiziario di Maniero, che continua a essere al centro di vicende legate alla violenza e alla criminalità.
Riflessioni sul Caso Maniero
Il caso di Felice Maniero continua a suscitare interesse e dibattito, non solo per il suo passato criminale, ma anche per le sue azioni recenti. La decisione del tribunale di obbligarlo a comparire in aula sottolinea l’importanza della presenza fisica dell’imputato nei processi, garantendo un confronto diretto con la giustizia. L’aggressione al poliziotto, unita ai precedenti episodi di violenza, pone l’accento sulla persistente pericolosità di Maniero, nonostante il suo passato da boss della mala. Questo caso, quindi, non è solo una questione giudiziaria, ma anche una riflessione sulla difficoltà di recupero e riabilitazione di individui con un passato così segnato dalla criminalità.