Un Intreccio di Storia e Finzione
Il nuovo romanzo di Paolo Rodari, ‘Il Mantello di Rut’ (Feltrinelli, pp. 135, 16 euro), si immerge in un periodo storico cruciale: l’occupazione tedesca di Roma. Attraverso una narrazione che fonde realtà e finzione, Rodari racconta la storia di venti bambine ebree salvate da alcune suore e da un parroco, intrecciandola con la crisi di un uomo ordinato sacerdote senza una vera vocazione. Questa combinazione di eventi storici e personali solleva interrogativi profondi sulla fede, il sacrificio e le scelte morali in tempi di conflitto.
Le Bambine Salvate nella Chiesa della Madonna dei Monti
La storia delle venti bambine ebree, nascoste nel Collegio dei catecumeni adiacente alla chiesa della Madonna dei Monti, è un racconto di coraggio e umanità. Rodari, ex vaticanista del quotidiano ‘la Repubblica’, ha scoperto questa vicenda nel 2007 attraverso un articolo dell’Osservatore Romano. Durante i rastrellamenti, le bambine venivano nascoste in una stanza segreta nella cupola della chiesa, accessibile tramite una scala a chiocciola nella sacrestia. In caso di pericolo maggiore, venivano trasferite in una soffitta ancora più nascosta. Ancora oggi, sui muri di questi rifugi si possono vedere i disegni che le bambine hanno lasciato, testimonianze toccanti di un passato doloroso ma salvifico.
Il Parroco in Crisi: Un Personaggio di Finzione Ispirato alla Realtà
Mentre la storia delle bambine è basata su fatti reali, il personaggio del parroco, don Remo, è frutto dell’immaginazione di Rodari. L’autore si è ispirato a diversi sacerdoti incontrati durante la sua carriera di vaticanista, creando un personaggio che incarna le crisi di fede e le difficoltà del sacerdozio. La figura di don Remo è messa alla prova dall’incontro con Rachele, una giovane madre ebrea che gli affida sua figlia Aida. La narrazione del romanzo è presentata come una lunga lettera che don Remo scrive ad Aida, ripercorrendo la storia del loro incontro e degli eventi che hanno segnato la sua vita.
Il Silenzio di Pio XII e le Responsabilità della Chiesa
Uno dei temi centrali del romanzo è il controverso ruolo della Chiesa durante l’Olocausto, in particolare il silenzio di Pio XII di fronte alla Shoah romana. Rodari sottolinea come, nonostante molti ebrei siano stati salvati da esponenti della Chiesa, il silenzio del pontefice di fronte alle deportazioni rimane una ferita aperta. Questo ‘comportamento ambivalente’ della Chiesa, secondo l’autore, non è stato ancora pienamente compreso e sanato dalla comunità ebraica. Anche dopo i fatti del 7 ottobre, le tensioni e le offese del passato riemergono, evidenziando la necessità di una riflessione continua e approfondita sulla storia.
La Memoria come Imperativo Morale
Nel Giorno della Memoria, Rodari sottolinea l’importanza di continuare a ricordare per evitare che tali orrori si ripetano. Il libro vuole mettere in luce l’unicità dell’Olocausto nella città di Roma, dove la presenza del Vaticano rende ancora più complesse le dinamiche storiche e morali. Il silenzio di Pio XII, pur avendo forse ragioni diplomatiche, pesa ancora oggi dal punto di vista morale. Gli archivi sul pontificato di Pio XII sono stati aperti di recente, e gli storici devono ancora analizzarli a fondo per fare piena luce sulla vicenda, senza edulcorare o nascondere le responsabilità del Vaticano.
Un Romanzo Necessario per la Riflessione
‘Il Mantello di Rut’ di Paolo Rodari è un’opera che va oltre la semplice narrazione storica. Attraverso un intreccio di realtà e finzione, l’autore ci invita a riflettere sulle complesse dinamiche della fede, del sacrificio e della responsabilità morale in tempi di crisi. La storia delle bambine ebree salvate è un faro di speranza in un periodo oscuro, mentre la crisi del sacerdote ci ricorda le fragilità e le contraddizioni dell’animo umano. Il libro è un contributo prezioso per comprendere meglio il ruolo della Chiesa durante l’Olocausto e per mantenere viva la memoria di eventi che non devono essere dimenticati.