Un Concerto Straordinario al Carlo Felice
Il Teatro Carlo Felice di Genova ha vibrato di emozione ieri sera, ospitando un concerto eccezionale nell’ambito della stagione della Giovine Orchestra Genovese. Protagonista assoluta della serata è stata la Stuttgart Philharmonic Orchestra, guidata dalla poliedrica Lera Auerbach, che ha brillato nel doppio ruolo di direttrice d’orchestra e pianista solista. La Auerbach, artista di fama internazionale, non è solo una musicista di talento, ma anche compositrice, poetessa e artista visiva, una figura che incarna l’interconnessione delle arti.
L’Unità delle Arti Secondo Lera Auerbach
“Per me,” ha spiegato la Auerbach, “tutte le arti sono profondamente connesse: che si tratti di musica, poesia o arte visiva, tutte mi permettono di esplorare le stesse questioni essenziali in modi diversi.” Questa visione unitaria è stata il filo conduttore del programma proposto a Genova, un’esplorazione dei contrasti e delle complessità dello spirito umano. Il programma ha incluso l’Ouverture del Don Giovanni di Mozart, il Concerto per pianoforte in re minore, K. 466, dello stesso compositore, e la Sinfonia n. 6 di Čajkovskij, nota come Patetica. La Auerbach ha sottolineato come questi brani, apparentemente diversi, formino una narrazione coerente sulle profondità dell’esistenza.
Mozart: Eleganza e Tensione
L’apertura del concerto è stata affidata all’Ouverture del Don Giovanni di Mozart, eseguita con una particolare lentezza iniziale che ha creato un’atmosfera di crescente tensione emotiva. La Auerbach, con una transizione fluida e senza interruzioni, ha poi diretto il Concerto K 466, passando dalla partitura dell’ouverture a quella del concerto senza soluzione di continuità, dimostrando una concezione interpretativa unitaria. La sua direzione è stata caratterizzata da eleganza e impeto, con una gestualità attenta e un controllo totale dell’orchestra, che si è dimostrata ineccepibile in ogni sezione. Al pianoforte, la Auerbach ha evidenziato una fluidità di fraseggio e una ricchezza di colori che hanno incantato il pubblico.
L’Arte di Dirigere, Comporre ed Eseguire
“Dirigere,” ha affermato la Auerbach, “significa dare forma all’energia, collaborare e guidare gli altri; mentre comporre richiede solitudine; esibirsi richiede vulnerabilità. Tutte hanno le loro sfide, ma ognuna è essenziale per ciò che faccio.” Dopo due bis pianistici, con brani di Rachmaninov e Scarlatti eseguiti con brillantezza, la serata è culminata con l’esecuzione della Sinfonia n.6 Patetica di Čajkovskij. La Auerbach ha affrontato questa complessa partitura con energia e vigore, sottolineando la cantabilità dei temi del compositore russo e dando ampio spazio agli scatti drammatici, confermando la sua duttilità e il suo talento interpretativo.
Un’Esperienza Culturale Profonda
Il concerto di Lera Auerbach al Carlo Felice non è stato solo un evento musicale, ma una vera e propria esperienza culturale. La sua capacità di unire diverse forme d’arte e di esplorare le profondità emotive della musica ha offerto al pubblico una serata indimenticabile. La sua visione dell’interconnessione delle arti e la sua interpretazione appassionata di Mozart e Čajkovskij hanno lasciato un segno indelebile, confermando il ruolo della musica come linguaggio universale dell’anima.