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Attacco ai manifesti per la Giornata della Memoria
Nella notte, ignoti hanno imbrattato i manifesti affissi dal Comune di Pordenone per promuovere la Giornata mondiale della Memoria, che si celebra il 27 gennaio. Le scritte, dal contenuto inequivocabile, recitavano: “Basta propaganda sionista, ebrei bugiardi”. Un atto vile che ha scosso la comunità locale e suscitato una forte reazione da parte delle autorità.
La condanna del vicesindaco reggente
Alberto Parigi, vicesindaco reggente di Pordenone, ha espresso la sua ferma condanna per l’accaduto, definendo le scritte “ingiuriose” e “l’ennesima dimostrazione che in alcuni settori della società italiana cova una nuova forma di razzismo”. Parigi ha sottolineato come questo episodio riveli un “strisciante odio antiebraico” che arriva a sostenere regimi totalitari come quello iraniano e gruppi terroristici come Hamas, pur di criticare gli ebrei e lo Stato di Israele. Ha inoltre evidenziato la pericolosa tendenza a mascherare l’antisemitismo con l’antisionismo, un pretesto per attaccare gli ebrei e negare l’esistenza dello stato ebraico.
Un clima preoccupante
Il vicesindaco ha manifestato la sua preoccupazione per il clima di odio che sembra diffondersi, anche riprendendo gli slogan negazionisti presenti nelle università statunitensi ed europee. Nonostante ciò, Parigi si è detto convinto che la maggioranza degli italiani e dei pordenonesi siano estranei a queste manifestazioni d’odio, sia che provengano dall’estrema sinistra che dall’estrema destra. L’episodio di Pordenone si inserisce in un contesto più ampio di crescente intolleranza e odio nei confronti della comunità ebraica, un fenomeno che richiede una ferma risposta da parte delle istituzioni e della società civile.
Il significato delle scritte
La scelta delle parole utilizzate dagli autori delle scritte non è casuale. L’espressione “propaganda sionista” mira a delegittimare il diritto di Israele all’esistenza e a presentare lo stato ebraico come un’entità manipolatrice. L’accusa di “ebrei bugiardi” è un classico stereotipo antisemita che affonda le radici in secoli di pregiudizi e discriminazioni. Questo episodio dimostra come l’odio antiebraico si manifesti attraverso una combinazione di antisionismo e stereotipi negativi, un mix pericoloso che minaccia la convivenza pacifica e il rispetto reciproco.
Riflessioni su un atto di odio e intolleranza
L’atto vandalico di Pordenone è un triste promemoria della persistenza dell’antisemitismo nella società contemporanea. L’uso di scritte che negano la storia e diffondono odio non è solo un attacco alla comunità ebraica, ma un affronto a tutti i valori di tolleranza e rispetto che dovrebbero guidare la nostra convivenza civile. È fondamentale che le istituzioni e la società civile condannino con fermezza questi episodi e si impegnino a promuovere una cultura di inclusione e rispetto reciproco. L’episodio di Pordenone ci ricorda che la lotta contro l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione è una battaglia costante che richiede l’impegno di tutti.