La Sentenza della Corte d’Appello
La Corte d’Appello di Bari ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Francesco Bellomo, ex consigliere di Stato, accusato di violenza privata. La decisione, che ribalta un precedente giudizio, è stata motivata dalla constatazione che “il fatto non sussiste”. Questa sentenza chiude un capitolo giudiziario controverso, nato da accuse relative al presunto comportamento di Bellomo nei confronti di una sua ex studentessa.
L’Accusa e la Difesa
Secondo l’accusa, Bellomo avrebbe esercitato pressioni sulla studentessa, imponendole di abbandonare il suo lavoro di ‘valletta’ in una trasmissione televisiva sportiva per poter continuare a frequentare i corsi della scuola ‘Diritto e Scienza’, da lui diretta. L’accusa iniziale era di estorsione, poi derubricata a violenza privata dal Gup di Bari nel settembre 2020, che aveva dichiarato il reato prescritto. Sia la Procura di Bari, insistendo sull’ipotesi di estorsione, sia Bellomo, tramite il suo avvocato Cataldo Intrieri, avevano presentato ricorso. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso della Procura e accolto quello di Bellomo, affermando che il reato di violenza privata non sussiste.
Le Reazioni alla Sentenza
L’avvocato Intrieri ha dichiarato all’ANSA che la sentenza riconosce, nel merito, l’inesistenza del reato di violenza privata. Ha inoltre definito il processo come “artificiale”, sostenendo che Bellomo ha subito gravi danni fisici, economici e reputazionali a causa delle accuse, pur essendo stato sempre prosciolto. La vicenda giudiziaria ha portato Bellomo agli arresti domiciliari nel 2019 e alla sua destituzione dal Consiglio di Stato, a seguito di un procedimento disciplinare.
Il Contesto delle Accuse
Il caso si inserisce in una serie di procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Bellomo negli anni, a causa delle rigide regole comportamentali e di dress code che avrebbe imposto alle sue borsiste. Queste accuse hanno sollevato un ampio dibattito pubblico sull’etica e la condotta professionale nell’ambito accademico e legale.
Considerazioni sulla Sentenza e il Caso Bellomo
La sentenza della Corte d’Appello di Bari segna un punto di svolta nella lunga vicenda giudiziaria di Francesco Bellomo. La dichiarazione che “il fatto non sussiste” solleva interrogativi sulla fondatezza delle accuse che hanno portato alla sua destituzione e agli arresti domiciliari. Pur ribadendo l’importanza di indagare e perseguire ogni forma di abuso di potere, è fondamentale che le decisioni giudiziarie siano basate su prove concrete e non su supposizioni o pregiudizi. Questo caso sottolinea la necessità di un’attenta valutazione delle prove e di un processo giudiziario equo, garantendo il diritto alla difesa e il rispetto della presunzione di innocenza. La vicenda di Bellomo, pur complessa e controversa, ci ricorda l’importanza di un sistema giudiziario che operi con integrità e imparzialità, per proteggere sia le vittime che gli accusati.