![](https://roboreporter.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/01/6796268a72ceb.jpg)
Un orologio biologico nel DNA
Un team di ricercatori dell’Università della California a San Francisco, guidato da Adrian Erlebacher, ha fatto una scoperta sorprendente: la durata della gravidanza non è determinata solo dagli eventi che precedono il parto, ma è regolata da un vero e proprio timer molecolare che si attiva fin dal concepimento. Questo orologio biologico, scoperto nei topi, si basa su modifiche chimiche del DNA, in particolare sull’aggiunta e la rimozione di ‘targhette’ molecolari che controllano l’attività dei geni.
Il ruolo della proteina KDM6B
La chiave di questa scoperta è stata la proteina KDM6B, che rimuove le targhette molecolari dal DNA, attivando l’espressione dei geni. I ricercatori hanno osservato che, bloccando l’azione di KDM6B, le gravidanze dei topi si prolungavano, suggerendo che questa proteina gioca un ruolo cruciale nel determinare la durata della gestazione. Contrariamente a quanto si pensava, l’azione di KDM6B non è cruciale nel periodo immediatamente precedente il parto, ma nei primi giorni della gravidanza.
Il meccanismo del timer
Subito dopo il concepimento, alcune cellule dell’utero accumulano targhette molecolari aggiuntive sul DNA, inattivando i geni vicini e consentendo così di portare avanti la gravidanza. Queste targhette, però, non sono permanenti: svaniscono lentamente e costantemente, come se scandissero il tempo. Quando il livello di queste targhette raggiunge una soglia critica, i geni si riattivano e il travaglio può iniziare. In sostanza, il timer si ‘carica’ all’inizio della gravidanza e si ‘scarica’ progressivamente fino al momento del parto.
Implicazioni per i parti pretermine
La scoperta di questo timer molecolare potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dei parti pretermine. Se lo stesso meccanismo fosse presente anche negli esseri umani, si aprirebbero nuove strade per identificare le donne a rischio di parto prematuro e per intervenire in modo mirato. Alcune donne potrebbero iniziare la gravidanza con un numero di targhette molecolari inferiore al normale, e quindi con un timer ‘settato’ male, causando un parto prematuro. La ricerca futura dovrà concentrarsi su come misurare e manipolare questo timer, per prevenire i parti pretermine.
Prospettive future
La ricerca di Erlebacher e del suo team rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dei meccanismi biologici che regolano la gravidanza. La possibilità di identificare e correggere eventuali anomalie nel timer molecolare potrebbe portare a nuove terapie per prevenire i parti pretermine, riducendo le complicazioni per le madri e i neonati. Ulteriori studi saranno necessari per confermare la presenza di questo timer negli esseri umani e per sviluppare test diagnostici e interventi terapeutici basati su questa scoperta.
Un cambio di paradigma nella ricerca sulla gravidanza
Questa scoperta rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella ricerca sulla gravidanza. Finora, gli studi si erano concentrati principalmente sugli eventi che precedono il parto, trascurando le fasi precoci della gestazione. L’identificazione di un timer molecolare che si attiva al concepimento apre nuove prospettive per la prevenzione dei parti pretermine, una condizione che colpisce molte donne in tutto il mondo. La possibilità di misurare e manipolare questo timer potrebbe portare a terapie innovative e personalizzate, migliorando significativamente la salute delle madri e dei loro bambini. Questa ricerca sottolinea l’importanza di studiare i processi biologici in modo olistico, considerando anche le fasi più precoci dello sviluppo.