Verdetto del Tribunale di Ravenna: Dure Condanne per Infiltrazioni Mafiosi
Il Tribunale di Ravenna, presieduto dalla giudice Cecilia Calandra, ha emesso un verdetto severo nel processo denominato “Radici”, infliggendo un totale di 98 anni di reclusione e 35.350 euro di multe a 21 imputati. Questo processo ha portato alla luce le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale della Riviera Romagnola. La camera di consiglio si era riunita lunedì per deliberare sulle richieste della Procura, che aveva sollecitato pene complessive superiori ai 110 anni.
Le Accuse: Controllo Mafioso di Locali e Riciclaggio di Denaro
Le accuse mosse agli imputati includevano il controllo mafioso di diversi locali della riviera, utilizzati come veicolo per il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. L’indagine ha evidenziato come la criminalità organizzata, in particolare il clan ‘ndranghetistico Mancuso di Limbadi, avesse esteso la propria influenza sul territorio, infiltrandosi nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento. Questo controllo permetteva di ripulire i proventi di attività criminali e di esercitare un potere intimidatorio sulla zona.
Le Condanne Più Significative
Tra le condanne più pesanti spicca quella inflitta a Saverio Serra, ritenuto legato al clan Mancuso, con una pena di 13 anni e 3 mesi e una multa di 12.000 euro. La Procura aveva richiesto per lui 15 anni e 11 mesi. A seguire, Francesco Patamia è stato condannato a 11 anni e 2 mesi (9.200 euro di multa), mentre il padre Rocco Patamia ha ricevuto una condanna a 10 anni e 6 mesi (8.600 euro di multa). Francesco Patamia, in passato candidato alla Camera con la lista ‘Noi Moderati’, aveva visto la Procura chiedere per lui 13 anni, mentre per il padre Rocco erano stati chiesti 11 anni e 10 mesi. Queste condanne dimostrano la gravità delle accuse e il coinvolgimento diretto degli imputati nelle attività criminali.
Marco Ballotta Parte Civile: Risarcimento per Minacce Subite
Tra le parti civili del processo, figura anche l’ex portiere di Serie A Marco Ballotta, vittima di minacce da parte di Giovanni Battista Moschella, il quale è stato condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione. Ballotta riceverà un risarcimento di 3.000 euro per i danni subiti. La sua presenza come parte civile evidenzia come le attività criminali abbiano avuto un impatto diretto anche su figure pubbliche, sottolineando la portata e la gravità delle infiltrazioni mafiose.
Riflessioni sul Verdetto e la Lotta alla Criminalità Organizzata
Il processo “Radici” e le condanne emesse rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e le sue infiltrazioni nel tessuto economico e sociale della Riviera Romagnola. Il caso dimostra come le organizzazioni criminali cerchino di infiltrarsi in settori apparentemente legali, come la ristorazione e l’intrattenimento, per riciclare denaro e consolidare il proprio potere. La sentenza del Tribunale di Ravenna è un segnale forte da parte della giustizia, che si impegna a contrastare con fermezza queste attività illecite. Tuttavia, è necessario un impegno costante e coordinato da parte delle istituzioni e della società civile per prevenire e combattere efficacemente la presenza della criminalità organizzata nel territorio.