Un’esposizione per riscoprire Guglielmo Petroni
La Fondazione Banca del Monte di Lucca e la Fondazione Lucca Sviluppo hanno dedicato la mostra-omaggio “Il segno e la parola” a Guglielmo Petroni, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni dal 25 gennaio al 16 marzo. Questa esposizione mira a celebrare la figura di Petroni, un artista poliedrico che ha lasciato un’impronta significativa nel panorama culturale italiano del Novecento. Andrea Camilleri, in passato, aveva espresso la sua curiosità per la trasformazione di Petroni da “povero semianalfabeta” a scrittore di grande calibro, sottolineando la reticenza di Petroni nel parlare del suo passato. La mostra si propone di colmare queste lacune, offrendo una visione completa della sua vita e delle sue opere.
Dall’arte alla letteratura: il percorso di Petroni
Nato a Lucca nel 1911, Guglielmo Petroni fu costretto ad interrompere gli studi. Tuttavia, l’incontro con lo scultore Gaetano Scapecchi e la frequentazione del suo laboratorio lo spinsero verso l’arte. Questa passione iniziale si ampliò poi alla letteratura e alla cultura in generale, rendendolo una figura di spicco nel panorama intellettuale italiano. La mostra, curata da Alessandra Trabucchi e Giovanni Ricci, ripercorre le varie fasi della sua vita, mettendo in luce non solo il suo talento artistico e letterario, ma anche la sua rete di relazioni e l’esperienza politica, che ha segnato profondamente la sua esistenza. La sua collaborazione con Malaparte a ‘Prospettive’ lo introdusse alla Resistenza, un’esperienza che lo portò alla cattura e alla tortura da parte dei nazisti nel carcere delle SS di via Tasso a Roma. Scampato miracolosamente alla condanna a morte, Petroni narrò questa drammatica esperienza nel suo libro più toccante, ‘Il mondo è una prigione’.
Un protagonista del Novecento: opere e relazioni
La mostra non si limita a celebrare le opere di Petroni, ma approfondisce anche il contesto storico e culturale in cui si è formato. Oltre a ‘Il mondo è una prigione’, la mostra include anche altri suoi scritti e romanzi, come ‘La morte del fiume’ (Premio Strega, 1974) e ‘Il nome delle parole’ (Premio Selezione Campiello, 1984). L’esposizione rivela aspetti noti e meno conosciuti della sua vita, evidenziando il suo impegno letterario e la sua passione per l’arte, anche come critico. Una sezione è dedicata alla sua esperienza nella Resistenza e alle sue numerose amicizie con artisti e scrittori come Eugenio Montale, Mino Maccari, Renato Guttuso, Giacomo Manzù, Alberto Savinio, Ottone Rosai ed Emilio Greco. In mostra sono esposte numerose riviste a cui Petroni ha collaborato e circa 30 opere d’arte, realizzate con tecniche e formati diversi, inclusi alcuni dipinti giovanili e successivi.
L’eredità di un intellettuale poliedrico
La mostra dedicata a Guglielmo Petroni rappresenta un’importante occasione per riscoprire un intellettuale complesso e poliedrico, la cui vita e opere sono intrise di passione, impegno e sofferenza. Petroni non è stato solo un artista e uno scrittore, ma anche un testimone del suo tempo, capace di trasformare le proprie esperienze, anche le più dolorose, in opere di grande valore letterario e artistico. La sua capacità di spaziare tra diversi ambiti culturali, unita alla sua profonda umanità, lo rende una figura di grande rilevanza nel panorama culturale italiano del Novecento. La mostra a Lucca offre un’occasione unica per approfondire la sua figura e apprezzare la sua eredità.