Stop all’app per il processo penale telematico in tre Procure marchigiane
Le Procure di Ascoli Piceno, Fermo e Pesaro hanno deciso di sospendere l’applicazione del processo penale telematico, a causa delle “criticità e numerosi malfunzionamenti” riscontrati. Questa decisione segna un brusco arresto nel percorso di digitalizzazione della giustizia penale nella regione Marche, con il ripristino del deposito e della trasmissione analogica, ovvero cartacea, dei documenti. La notizia è stata resa nota dal procuratore generale della Corte d’Appello di Ancona, Roberto Rossi, alla vigilia dell’apertura dell’Anno giudiziario marchigiano.
Difficoltà anche ad Ancona, ma la digitalizzazione prosegue a fatica
Nonostante le difficoltà maggiori si siano registrate nelle tre procure che hanno optato per la sospensione, anche ad Ancona si riscontrano problemi con l’applicazione del processo penale telematico. Nel capoluogo marchigiano, tuttavia, la trasmissione digitale continua, seppur con notevoli difficoltà. Il procuratore Rossi ha evidenziato come l’innovazione tecnologica, pensata per semplificare e velocizzare i procedimenti, si stia rivelando controproducente, rallentando i lavori degli uffici giudiziari.
Un sistema complesso che rallenta anziché velocizzare
Secondo il procuratore Rossi, le criticità del sistema telematico dipendono in gran parte dalla capacità informatica degli operatori e dalla complessità del sistema stesso. “Ci sono decine di stringhe da riempire, spesso non combaciano e non contemplano alcune fattispecie”, ha spiegato Rossi, sottolineando come il sistema, anziché semplificare, stia complicando il lavoro degli uffici. La sperimentazione dello scorso anno, limitata alle procedure di archiviazione, aveva già evidenziato numerosi problemi, portando a un rallentamento delle procedure. Nonostante le potenzialità del sistema, la sua implementazione si sta rivelando problematica e inefficace.
Procedure di archiviazione rallentate, persone iscritte troppo a lungo
Rossi ha espresso particolare preoccupazione per i ritardi nelle procedure di archiviazione, che dovrebbero essere rapide e semplici, ma che con il sistema telematico richiedono ore anziché minuti. Questo rallentamento porta a situazioni in cui le persone per le quali è stata chiesta l’archiviazione rimangono iscritte troppo a lungo, causando disagi e inefficienze. “Sarebbe veramente una svolta se funzionasse, ma non riusciamo a decollare”, ha concluso Rossi, sottolineando come il sistema telematico, nella sua attuale implementazione, non stia soddisfacendo le esigenze della giustizia penale.
Riflessioni sulla digitalizzazione della giustizia
La vicenda del processo penale telematico nelle Marche solleva interrogativi importanti sulla digitalizzazione della giustizia in Italia. È evidente che l’introduzione di nuove tecnologie deve essere accompagnata da una formazione adeguata degli operatori e da sistemi che siano effettivamente funzionali e intuitivi. L’obiettivo di velocizzare e semplificare i processi non può essere raggiunto a discapito dell’efficienza e della qualità del lavoro degli uffici giudiziari. È necessario un ripensamento delle strategie di implementazione tecnologica, con un maggiore coinvolgimento di tutti gli attori del sistema giudiziario, per garantire che l’innovazione sia realmente al servizio della giustizia e non un ulteriore ostacolo.