Un omaggio a Tonino Conte e al Teatro della Tosse
Il Teatro della Tosse, icona culturale genovese, ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario con una prima nazionale di grande significato: “Una settimana di bontà 1975”, un testo inedito di Tonino Conte, il suo fondatore. L’opera, portata in scena dal figlio Emanuele Conte, non è solo un omaggio alla memoria del padre, ma anche una riflessione acuta e disincantata su un periodo storico cruciale per Genova e per l’Italia intera. Tonino Conte, noto per il suo stile teatrale provocatorio, che mescola ironia, grottesco e politicamente scorretto, aveva concepito questo lavoro come una lente deformante sulla società degli anni ’70, un periodo segnato da forti tensioni politiche e sociali.
“Una settimana di bontà 1975”: uno sguardo disincantato sugli anni di piombo
Il titolo dell’opera, “Una settimana di bontà 1975”, non è casuale. Il 1975, anno di nascita del Teatro della Tosse, rimanda anche a un momento di grande fermento e di profonda inquietudine per Genova, una città scossa dal terrorismo delle Brigate Rosse e dalle contraddizioni di un tessuto sociale in trasformazione. Il testo di Tonino Conte, attraverso sette scene che rappresentano i giorni della settimana, mette in scena un crescendo di assurdità e di gag, dove la ferocia e la cattiveria emergono in tutta la loro brutalità, smascherando gli atteggiamenti ipocriti e le derive ideologiche di quel tempo. Sul palco sfilano personaggi grotteschi: terroristi incapaci, giovani annoiati con lo spinello in mano, vecchietti che tentano un rapimento, in un susseguirsi di situazioni paradossali e collegate da un filo rosso: il riferimento a un personaggio che non si vede e che verrà ucciso nell’ultima scena.
La regia di Emanuele Conte: tra memoria e attualità
Emanuele Conte, nel riprendere il testo del padre, ha scelto di giocare sulla memoria, trasformando questa “settimana di finta bontà” in un’occasione per riflettere su un momento della nostra storia apparentemente lontano, ma in realtà ancora così vicino. La messa in scena è essenziale: sei piccoli camerini sul fondo del palcoscenico, un’impalcatura che domina lo spazio, un tavolo e qualche sedia. A dare colore e atmosfera sono le luci, articolate e suggestive, e la colonna sonora, che spazia da Piero Ciampi a Rino Gaetano, da Dalla a Gaber, includendo anche brani dello stesso Tonino Conte. Un mix di suoni e parole che trasportano lo spettatore in un’epoca di grandi cambiamenti e forti contrasti.
Un cast giovane e talentuoso
Il cast, composto da giovani attori talentuosi, ha saputo interpretare con spirito e verve i personaggi creati da Tonino Conte. Ludovica Baiardi, Raffaele Barca, Christian Gaglione, Charlotte Lafaste, Antonella Loliva, Marco Rivolta e Matteo Traverso hanno dimostrato una grande intesa e una notevole capacità di calarsi nelle atmosfere grottesche e surreali dell’opera. Le repliche dello spettacolo proseguiranno fino al 2 febbraio, offrendo al pubblico l’opportunità di riscoprire il talento di Tonino Conte e la vitalità del Teatro della Tosse.
Un teatro che non ha paura di provocare
L’opera “Una settimana di bontà 1975” è un esempio lampante della capacità del teatro di Tonino Conte di provocare, di far riflettere e di mettere in discussione le convenzioni. La scelta di Emanuele Conte di riportare in scena questo testo inedito è un atto di coraggio e un omaggio al padre, ma anche un invito a non dimenticare il passato, con le sue contraddizioni e le sue ferite. Il Teatro della Tosse, con i suoi cinquant’anni di storia, continua a essere un punto di riferimento per la cultura genovese e un luogo di sperimentazione e di innovazione.