Un esordio potente e poetico
Il film ‘Ciao bambino’, diretto da Edgardo Pistone, segna un debutto cinematografico di grande impatto. Premiato come miglior opera prima alla Festa di Roma e con il Premio Speciale della Giuria al Tallinn Black Nights Festival, il film si distingue per la sua narrazione cruda e realistica, ambientata nel difficile quartiere di Troiano a Napoli. La scelta di un bianco e nero contrastato, che richiama lo stile di Alfonso Cuarón in ‘Roma’, contribuisce a creare un’atmosfera cupa e intensa, che ben si adatta alla storia raccontata.
Due cuori puri nell’inferno della periferia
Al centro della narrazione troviamo due giovani protagonisti: Attilio, un diciassettenne interpretato da Marco Adamo, e Anastasia, una ragazza dell’Est che si prostituisce, interpretata da Anastasia Kaletchuk. Attilio, ingenuo e inesperto, viene incaricato di proteggere Anastasia da Martinelli, un ricettatore e magnaccia senza scrupoli. Questo compito lo costringe a confrontarsi con la dura realtà della prostituzione, un mondo che lo mette a dura prova e che lo porta a sviluppare sentimenti per la ragazza. La dinamica tra i due personaggi è il cuore pulsante del film, un intreccio di innocenza e corruzione, di affetto e sfruttamento.
Un contesto familiare difficile e violento
La vita di Attilio è ulteriormente complicata dalla presenza di un padre tossicodipendente e giocatore d’azzardo, interpretato da Luciano Pistone, padre del regista. Questa figura paterna, problematica e inaffidabile, aggiunge un ulteriore strato di difficoltà alla vita del giovane protagonista. A ciò si aggiunge la minaccia di Vittorio, uno strozzino interpretato da Pasquale Esposito, che perseguita il padre di Attilio, creando un clima di tensione costante. Attilio si trova così a dover affrontare non solo le difficoltà legate al suo lavoro di protettore di Anastasia, ma anche le problematiche familiari che lo circondano, in un contesto sociale difficile e violento.
Una crescita dolorosa
Il film segue il percorso di Attilio mentre cerca di affrontare le sfide che la vita gli pone, dimostrando di non essere quel ‘bambino’ che Anastasia lo chiama provocatoriamente. Tuttavia, la realtà si rivela ancora più dura di quanto il ragazzo potesse immaginare. La narrazione di Pistone non si limita a raccontare una storia di criminalità, ma esplora anche la complessità dei sentimenti umani, la ricerca di affetto e l’inevitabile perdita dell’innocenza. La frase cult del film, pronunciata da un amico di Attilio sulla spiaggia, ‘Teng’ sto polpaccio accusì e no tengo ‘na femmina’, aggiunge un tocco di ironia e leggerezza alla narrazione, sottolineando la fragilità e la vulnerabilità dei personaggi.
Un cast di talento e una produzione di qualità
‘Ciao bambino’ vanta un cast di attori talentuosi, tra cui Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia Zinno. Il film è prodotto da Bronx Film, Anemone Film, Mosai con Film e Minerva Pictures Group, con il sostegno del Mic e della Regione Campania, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania. La regia di Edgardo Pistone, già apprezzato per il suo cortometraggio ‘Le mosche’, dimostra una grande capacità di unire semplicità e raffinatezza estetica, creando un’opera cinematografica di grande valore artistico.
Uno sguardo necessario sulla realtà delle periferie
‘Ciao bambino’ non è solo un film, ma un vero e proprio atto di denuncia sociale. Attraverso la sua narrazione cruda e realistica, il film ci porta a riflettere sulla condizione delle periferie, sui meccanismi di sfruttamento e sulla perdita dell’innocenza. La scelta di utilizzare il dialetto napoletano e di ambientare la storia in un contesto specifico conferisce al film una grande autenticità, rendendolo un’opera importante e necessaria per comprendere le dinamiche sociali e culturali che caratterizzano le nostre città.