La Sentenza di Assoluzione
La Corte di Assise di Appello di Milano ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti di Michael Paloschi, 36 anni, accusato di omicidio preterintenzionale per la morte di Francesca Manfredi, avvenuta nell’estate del 2021. La formula utilizzata dai giudici è stata “perché il fatto non sussiste”, confermando così il verdetto di primo grado e ribaltando la precedente condanna a 7 anni e 4 mesi inflitta in secondo grado, che era stata poi annullata con rinvio dalla Cassazione. Questo esito segna la fine di un complesso percorso giudiziario che ha visto Paloschi, difeso dall’avvocata Valeria Cominotti, affrontare diverse fasi processuali.
I Fatti e le Accuse
Michael Paloschi era accusato di aver iniettato una dose di eroina a Francesca Manfredi, 24 anni, durante un festino nella sua abitazione a Folzano, nel Bresciano, nella notte tra il 23 e il 24 agosto del 2021. La giovane morì a causa di un mix letale di alcol e droga. Insieme a Paloschi e alla vittima era presente anche un’altra ragazza, che è stata successivamente assolta dall’accusa di omissione di soccorso. La testimonianza di quest’ultima, secondo la quale sarebbe stato Paloschi a somministrare la dose fatale, ha giocato un ruolo centrale nelle indagini. Tuttavia, dopo l’annullamento della condanna in appello da parte della Cassazione, i giudici milanesi hanno deciso di riascoltare i consulenti tecnici e la stessa testimone, portando infine alla conferma della sentenza di primo grado.
Il Percorso Giudiziario
Il caso ha avuto un iter giudiziario tortuoso. Dopo la condanna in primo grado, la Corte d’Appello di Brescia aveva ribaltato la sentenza, infliggendo a Paloschi una pena di 7 anni e 4 mesi. Questa decisione è stata però annullata dalla Corte di Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’appello. La Corte di Assise di Appello di Milano, seguendo le indicazioni della Suprema Corte, ha riascoltato i consulenti tecnici e i testimoni, giungendo infine all’assoluzione di Paloschi. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni, e saranno fondamentali per comprendere appieno le ragioni che hanno portato a questo esito.
La Difesa e le Implicazioni
L’avvocata Valeria Cominotti, difensore di Michael Paloschi, ha espresso soddisfazione per la sentenza di assoluzione. La decisione della Corte di Appello di Milano rappresenta un punto fermo in una vicenda che ha suscitato grande attenzione e dibattito pubblico. La conferma della sentenza di primo grado sottolinea la complessità del caso e la difficoltà di stabilire con certezza le responsabilità individuali in situazioni di abuso di sostanze. Resta l’amarezza per la perdita di una giovane vita, ma la giustizia ha fatto il suo corso, stabilendo l’innocenza di Michael Paloschi secondo le evidenze emerse.
Riflessioni sulla Giustizia e le Dipendenze
La vicenda di Francesca Manfredi e Michael Paloschi solleva importanti interrogativi sulla giustizia e sulle dipendenze. Mentre la sentenza di assoluzione chiude un capitolo giudiziario, non può cancellare la tragedia di una giovane vita spezzata. Questo caso evidenzia la necessità di un approccio più ampio e integrato al problema delle dipendenze, che vada oltre la mera repressione penale e che includa interventi di prevenzione, educazione e supporto per le persone a rischio. La complessità di tali situazioni richiede una riflessione profonda e un impegno costante da parte della società nel suo insieme.