La richiesta di messa alla prova di Fares Bouzidi
Fares Bouzidi, il 22enne rimasto ferito nell’inseguimento tra scooter e carabinieri dello scorso 27 novembre a Milano, ha chiesto la messa alla prova per un’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità. Il giovane, accompagnato dal suo avvocato Debora Piazza, si è presentato al gup Lorenza Pasquinelli, mostrando ancora i segni dell’incidente, con stampelle e un giaccone pesante. L’accusa a suo carico risale al settembre 2022, quando sarebbe stato trovato in possesso di circa 6 grammi di hashish.
Il parere negativo del PM e il rinvio della decisione
Il pm Giancarla Serafini, titolare anche del fascicolo sull’inseguimento del 27 novembre, ha espresso parere negativo alla richiesta di messa alla prova presentata da Bouzidi. Il magistrato è tra i titolari dell’indagine che vede lo stesso Bouzidi indagato per resistenza e omicidio stradale, reato quest’ultimo contestato a un carabiniere, mentre altri due militari sono accusati di favoreggiamento e depistaggio. Il giudice Lorenza Pasquinelli si è riservata di decidere sulla richiesta di messa alla prova e ha rinviato l’udienza al prossimo 11 febbraio.
Il contesto dell’incidente del 27 novembre
La vicenda di Bouzidi si intreccia con l’incidente del 27 novembre, in cui ha perso la vita il suo amico 19enne Ramy Elgaml. L’inseguimento tra lo scooter su cui viaggiavano i due giovani e i carabinieri si è concluso con un tragico incidente, le cui dinamiche sono ancora oggetto di indagine. L’inchiesta vede coinvolti, oltre a Bouzidi, anche tre carabinieri, con accuse che vanno dall’omicidio stradale al favoreggiamento e depistaggio.
Le indagini e le implicazioni legali
Le indagini sull’incidente del 27 novembre sono ancora in corso e vedono coinvolti diversi soggetti. La richiesta di messa alla prova per detenzione di hashish da parte di Bouzidi aggiunge un ulteriore elemento di complessità alla vicenda, evidenziando le diverse sfaccettature legali e personali che si intrecciano in questo caso. La decisione del giudice il prossimo 11 febbraio sarà cruciale per il percorso giudiziario del giovane.
Una vicenda complessa e dai molteplici risvolti
La vicenda di Fares Bouzidi è un caso che intreccia aspetti personali, legali e sociali. La richiesta di messa alla prova per un reato di detenzione di stupefacenti si sovrappone a un’indagine ben più grave sull’incidente che ha causato la morte del suo amico. La decisione del giudice sull’istanza di Bouzidi sarà un tassello importante in un quadro giudiziario complesso, che coinvolge anche le forze dell’ordine e solleva interrogativi sulla gestione degli inseguimenti e sulla responsabilità individuale. La vicenda invita a una riflessione profonda sulle conseguenze delle azioni e sulle dinamiche che si innescano in situazioni di tensione e conflitto.