Un Viaggio Attraverso Sei Decenni di Fotografia
La mostra fotografica “Elio Ciol. Sguardi nel tempo”, inaugurata oggi nelle suggestive ex carceri del Castello di Gemona del Friuli, rappresenta un omaggio alla carriera di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana. L’esposizione, che attraversa oltre sei decenni di attività artistica, offre al pubblico un’immersione profonda nel mondo di Elio Ciol, esplorando la sua evoluzione stilistica e tematica. Dai ritratti iconici di figure come Pier Paolo Pasolini e David Maria Turoldo, ai fotogrammi intensi del film “Gli Ultimi” di Vito Pandolfi, fino alle vedute paesaggistiche che immortalano la bellezza della pianura friulana, del fiume Tagliamento e del territorio circostante, la mostra si configura come un vero e proprio viaggio nel tempo e nella luce.
Un Dialogo Culturale tra Friuli e Slovenia
Un aspetto particolarmente significativo della mostra è la sezione dedicata alla documentazione fotografica degli affreschi del pittore gemonese Giacomo Brollo (1834-1918), realizzata in collaborazione con il figlio Stefano Ciol nella chiesa di Nova Cerkev in Slovenia. Questa sezione sottolinea l’importanza dello scambio culturale e artistico tra il Friuli e la vicina Slovenia, evidenziando come i confini possano diventare opportunità di crescita e arricchimento reciproco. Le opere di Brollo, immortalate attraverso l’obiettivo di Ciol, testimoniano la ricchezza del patrimonio artistico condiviso tra le due regioni.
Contenuti Multimediali e Approfondimenti
La mostra non si limita alla sola esposizione fotografica, ma offre anche una serie di contenuti multimediali che arricchiscono l’esperienza del visitatore. Tra questi, spiccano la storica intervista Rai al maestro Elio Ciol, curata da Fulvio Toffoli, e la versione restaurata del film “Gli Ultimi”. Inoltre, attraverso una “campana sonora”, i visitatori potranno ascoltare la “Lettera alla madre” di Pier Paolo Pasolini, recitata da David Maria Turoldo, attraverso le voci di Giuseppe e Miriam Bevilacqua, creando un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Le Parole del Maestro e il Valore della Memoria
“Sono onorato che la mia terra abbia voluto dedicarmi questa mostra. Spero che le mie fotografie possano ispirare chi le guarda, come il Friuli ha ispirato me in questi 95 anni”, ha dichiarato Elio Ciol, esprimendo la sua gratitudine e il suo legame profondo con il territorio. Le sue parole sottolineano l’importanza della memoria e dell’ispirazione come elementi fondamentali della sua arte. La mostra, aperta al pubblico già dal 19 dicembre e visitabile fino al 15 giugno, è organizzata dal Comune di Gemona del Friuli, con la collaborazione di numerosi partner tra cui la Cineteca del Friuli, Erpac, Cinemazero, il Gruppo Fotografico Gemonese e il Centro Studi Pasolini.
Un’Opportunità per Rafforzare i Legami Culturali
L’assessora regionale alle Finanze, Barbara Zilli, ha sottolineato come questa esposizione non sia solo un tributo alla straordinaria carriera di Elio Ciol, ma anche un’occasione per rafforzare i legami culturali tra il Friuli e la Capitale europea della cultura. Le contaminazioni artistiche con la Slovenia, visibili nelle opere esposte, dimostrano come i confini possano essere un’opportunità di scambio culturale e crescita comune, un messaggio di unione e cooperazione attraverso l’arte e la cultura.
L’Eredità di Elio Ciol: Un Ponte tra Passato e Futuro
La mostra “Elio Ciol. Sguardi nel tempo” non è solo una retrospettiva sulla carriera di un grande fotografo, ma un’occasione per riflettere sull’importanza della memoria, del paesaggio e dell’identità culturale. Attraverso le sue fotografie, Ciol non solo cattura la realtà, ma la interpreta, la trasforma e la consegna alle generazioni future. La sua opera ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi, a scoprire la bellezza nascosta nelle pieghe del tempo e dello spazio, e a valorizzare il patrimonio culturale che ci circonda. La collaborazione con la Slovenia sottolinea, inoltre, come l’arte possa superare i confini geografici e culturali, creando ponti di dialogo e comprensione reciproca. In questo senso, la mostra rappresenta un importante contributo al dibattito sulla cultura come strumento di coesione sociale e di crescita collettiva.