La rabbia di Roma si riversa in piazza
Le foto dei volti tumefatti di Sthepano e Matteo, la coppia omosessuale aggredita nella notte di Capodanno a Roma da dieci ragazzi con botte e insulti omofobi, hanno fatto il giro del web. La risposta della Capitale è stata immediata: quasi un migliaio di persone si sono radunate in piazza Malatesta, alla periferia di Roma, per dire “basta alle aggressioni omofobiche” e per chiedere “una presa di posizione da parte della politica”.
La piazza era un mare di bandiere arcobaleno e striscioni con messaggi chiari: “Noi lo gridiamo con il cuore. Diritti subito”, “Basta solidarietà votate qualcosa”. La manifestazione è stata un grido di dolore e di speranza, un momento di unità e di ribellione contro la violenza omofobica.
Il dibattito sulla delibera contro l’omobitransfobia
La manifestazione ha anche acceso un dibattito acceso sulla delibera contro l’omobitransfobia proposta dal Partito Gay, che dovrebbe essere discussa e votata dall’Assemblea Capitolina il 7 o il 9 gennaio. Tuttavia, la proposta ha incontrato la disapprovazione dei movimenti LGBTQ+, che l’hanno definita “sbagliata e deleteria”.
Secondo le associazioni, la delibera, se approvata, “si espone al rischio di essere annullata in sede amministrativa e di produrre effetti controproducenti”. Inoltre, il carattere sanzionatorio della proposta non è considerato adeguato per contrastare la violazione di diritti umani universali. L’idea di derubricare l’odio omofobico a una multa persino più bassa di quelle del nuovo codice della strada è stata definita “politicamente umiliante”.
La richiesta di un’azione concreta
I movimenti LGBTQ+ hanno invece proposto una collaborazione tra associazioni e istituzioni nelle grandi città, come strada da seguire per il futuro. La critica è rivolta anche ai partiti di Governo, FdI, Lega e FI, accusati di non tutelare i diritti e le pari opportunità per le persone LGBTQIA+ e di proporre leggi discriminatorie.
La manifestazione ha lanciato un appello urgente per un’azione concreta da parte della politica: integrare la legge Mancino con orientamento sessuale e identità di genere, incrementare il fondo per l’educazione sessuale e affettiva, ritirare i ricorsi del Governo contro le famiglie arcobaleno, smettere di perseguitare i minori transgender e vietare le pratiche di conversione. “Chi non agisce in Parlamento, è complice dei carnefici”, hanno dichiarato i movimenti LGBTQ+.
La necessità di un’azione politica concreta
La manifestazione di Roma ha evidenziato la necessità di un’azione politica concreta e non solo di dichiarazioni di solidarietà. La delibera proposta dal Partito Gay, pur con buone intenzioni, rischia di essere inefficace e di non affrontare il problema alla radice. È necessario un impegno serio da parte della politica per contrastare la violenza omofobica e per garantire i diritti delle persone LGBTQIA+.