Il presepe del Vaticano: il bambinello torna senza kefiah
Il presepe del Vaticano, donato da artisti di Betlemme, è stato riallestito nell’Aula Paolo VI. Dopo essere stato rimosso la notte di Natale, il bambinello è tornato visibile, ma senza la kefiah che aveva suscitato polemiche. La sala stampa vaticana ha precisato che la kefiah era stata aggiunta all’ultimo momento dall’artista.
Il presepe, che era stato donato da artisti di Betlemme, aveva suscitato molte polemiche per la presenza della kefiah, simbolo della Palestina, considerata ormai un simbolo non solo culturale ma anche politico. La statua del bambinello era stata rimossa per essere deposta la notte di Natale.
Oggi, il presepe è stato riallestito con il bambinello adagiato sulla paglia, senza la kefiah.
La controversia sulla kefiah
La presenza della kefiah nel presepe aveva suscitato molte polemiche, con alcuni che la consideravano un gesto di solidarietà con il popolo palestinese e altri che la vedevano come una politicizzazione inappropriata di un simbolo religioso.
La sala stampa vaticana ha precisato che la kefiah era stata aggiunta all’ultimo momento dall’artista, senza consultare la Santa Sede. Il Vaticano ha quindi deciso di rimuovere la kefiah per evitare ulteriori polemiche.
Il significato del presepe
Il presepe è un simbolo tradizionale del Natale, che rappresenta la nascita di Gesù. È un momento di riflessione e di preghiera per i cristiani di tutto il mondo.
La presenza del presepe nel Vaticano è un modo per celebrare la nascita di Gesù e per ricordare il suo messaggio di pace e di amore.
Un simbolo di unità e pace
La vicenda del presepe del Vaticano ci ricorda l’importanza di trovare un punto di incontro tra le diverse culture e religioni. Il presepe, come simbolo di speranza e di pace, dovrebbe essere un luogo di unità e di dialogo, non di divisione e di polemiche. Forse, in futuro, potremmo vedere un presepe che rappresenta la diversità del mondo, senza dover ricorrere a simboli politici.