La sfida di Ercolano: decifrare i papiri carbonizzati
Le reti neurali, modelli di intelligenza artificiale ispirati al cervello umano, stanno compiendo passi da gigante nella decifrazione di testi antichi. Un esempio straordinario è la “Vesuvius Challenge”, un concorso internazionale lanciato nel 2023 per decifrare i papiri di Ercolano, carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Grazie a questa sfida, per la prima volta è stato possibile leggere non solo singole lettere e parole, ma interi brani di questi testi fragili e preziosi.
La tecnica utilizzata per svelare i segreti dei papiri di Ercolano si basa su uno “srotolamento virtuale”. I rotoli vengono scansionati con la tomografia a raggi X, creando una mappa di ogni strato. Successivamente, un’intelligenza artificiale riesce a distinguere l’inchiostro a base di carbone, invisibile nelle scansioni perché ha la stessa densità del papiro.
A febbraio 2024, tre ricercatori hanno vinto un premio di 700mila dollari per aver prodotto 16 colonne di testo leggibile. La sfida continua, con un nuovo premio di 200mila dollari in palio per chi riuscirà a leggere il 90% di quattro papiri. Questo metodo apre la strada alla decifrazione di altri testi antichi, come quelli nascosti nelle rilegature dei libri medievali o nelle bende delle mummie egizie. Inoltre, centinaia o migliaia di papiri potrebbero ancora essere sepolti sotto Ercolano, aprendo la porta a scoperte rivoluzionarie.
L’IA in azione: decifrare iscrizioni greche e archivi reali
La “Vesuvius Challenge” non è l’unico esempio di successo dell’IA nella decifrazione di testi antichi. Un altro progetto importante è nato presso l’Università di Oxford nel 2017, con l’obiettivo di decifrare iscrizioni greche incomplete trovate in Sicilia. I ricercatori hanno sviluppato una rete neurale chiamata “Ithaca”, in grado di ripristinare le parti mancanti con un’accuratezza del 62%, superando il 25% di un esperto umano.
L’IA si sta rivelando fondamentale anche per decifrare uno degli archivi storici più grandi del mondo: i registri giornalieri che coprono i regni di 27 re coreani, scritti in Hanja, un antico sistema di scrittura basato su caratteri cinesi. Inoltre, l’IA sta aiutando a decifrare lingue antiche di cui sopravvivono solo pochi testi, come le 1.100 tavolette micenee provenienti da Cnosso, Creta, contenenti resoconti di pastori.
La sfida della conoscenza: un nuovo ruolo per i papirologi
L’enorme mole di dati che gli algoritmi stanno svelando pone una grande sfida: la mancanza di esperti in grado di analizzare e interpretare queste nuove informazioni. “Non ci sono abbastanza papirologi”, afferma Federica Nicolardi, papirologa dell’Università Federico II di Napoli. Brent Seales, ideatore della Vesuvius Challenge, aggiunge: “Probabilmente dovremo creare una comunità globale molto più grande di quella attuale”.
Tuttavia, gli esperti sottolineano che l’IA non sostituirà le conoscenze e le competenze tradizionali. Richard Ovenden, a capo della Biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford, sostiene: “L’Intelligenza Artificiale sta rendendo il lavoro dei papirologi più importante di quanto non sia mai stato”.
Un futuro ricco di scoperte
L’avvento dell’intelligenza artificiale sta aprendo nuovi orizzonti per la ricerca storica, permettendoci di svelare i segreti di testi antichi finora inaccessibili. Questo progresso non solo ci aiuterà a comprendere meglio il passato, ma potrebbe anche portare a nuove scoperte che rivoluzioneranno la nostra conoscenza del mondo. Tuttavia, è fondamentale investire nella formazione di una nuova generazione di esperti in grado di analizzare e interpretare l’enorme mole di dati che l’IA sta svelando. Solo in questo modo potremo sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia per arricchire la nostra conoscenza del passato e del presente.