L’amichettismo entra nel Libro dell’Anno di Treccani
Il neologismo “amichettismo”, coniato dallo scrittore Fulvio Abbate, ha conquistato un posto di rilievo nel Libro dell’Anno 2024 di Treccani, un riconoscimento che registra le novità linguistiche più interessanti legate all’evoluzione sociale, dei costumi e delle mode. Abbate, inventore del termine, ha accolto con soddisfazione la scelta della Treccani, definendola una “vittoria e motivo di soddisfazione”. Il neologismo, ampiamente diffuso dal nuovo governo Meloni e dalla premier stessa, ha suscitato un’accesa discussione sulla politica italiana e sui suoi meccanismi.
L’amichettismo: un fenomeno politico o un vizio di sinistra?
Abbate definisce l’amichettismo come una “complicità” che si manifesta in un’eccessiva protezione di amici e conoscenti, spesso a scapito di un comportamento etico e di una critica costruttiva. Secondo lo scrittore, l’amichettismo non è un fenomeno esclusivo della sinistra, ma un comportamento che si può riscontrare anche nella destra, anche se con sfumature diverse. Abbate sostiene che “a destra c’è una cosa diversa che è l’antico familismo, incancellabile, c’è clientelismo. Ma l’amichettismo è una cosa diversa, è una complicità che ha la pretesa di essere mossa da un sentimento etico superiore”. Il neologismo è stato associato a casi specifici come la vicenda di Chiara Valerio e Leonardo Caffo a Più Libri Più Liberi, e ha sollevato polemiche su un presunto “patto di clan” all’interno della sinistra.
L’amichettismo e la questione del silenzio
Abbate critica il silenzio che ha circondato la vicenda di Chiara Valerio e Leonardo Caffo a Più Libri Più Liberi, definendolo “tipico di questo amichettismo”. Lo scrittore sostiene che il silenzio sia una strategia per “occupare tutto ciò che c’è di occupabile: i giornali, la Repubblica, Radio 3 in un patto di clan”. Abbate ha chiesto le dimissioni di Chiara Valerio, ma ha espresso dubbi sull’effettiva possibilità di un cambiamento, sostenendo che “l’impressione è che a Di Paolo sia stato chiesto di mediare, di tentare una trattativa con i nuovi arrivati del governo Meloni”. La questione del silenzio e dell’amichettismo ha sollevato un dibattito sull’industria editoriale e sulla sua capacità di affrontare le critiche e le controversie.
L’amichettismo e il nuovo corso politico italiano
Abbate sottolinea che il neologismo è stato diffuso dal nuovo governo Meloni, che ha utilizzato il termine per criticare la sinistra. Lo scrittore, tuttavia, sostiene che l’amichettismo non è un fenomeno esclusivo della sinistra, ma un comportamento che si può riscontrare anche nella destra, anche se con sfumature diverse. Abbate osserva che “ora la destra al governo ha un intento revanscista e lo abbiamo visto con le mostre su Tolkien, sul Futurismo”. Lo scrittore ha rifiutato di collaborare ad un’iniziativa su Céline, sostenendo che “non accetterò”. Il dibattito sull’amichettismo riflette un momento di grande trasformazione politica in Italia, con l’ascesa di un nuovo governo di destra e la conseguente ridefinizione del panorama culturale e sociale.
L’amichettismo: un fenomeno in evoluzione
L’amichettismo è un fenomeno complesso che si manifesta in diverse forme e contesti. È importante analizzare le sue cause e le sue conseguenze, senza limitarsi a una mera critica di parte. Il dibattito sull’amichettismo è un’occasione per riflettere sul ruolo della critica e del confronto nella società italiana e sulle sfide che il sistema politico e culturale deve affrontare.