La protesta del Cds
Stamane a Roma si è tenuta una manifestazione organizzata dal Comitato Docenti di Sostegno (Cds), che ha visto la partecipazione di migliaia di insegnanti provenienti da tutta Italia. L’evento, supportato dai sindacati Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Gilda, ha preso di mira la decisione del governo di avviare i corsi di specializzazione per il sostegno attraverso l’Istituto Indire.
Secondo Alessio Golia, coordinatore nazionale del Cds, la mancanza di una pianificazione territoriale adeguata rischia di aggravare la precarietà dei docenti di sostegno, soprattutto al Centro-Sud, dove si registrano già migliaia di insegnanti non occupati. Golia ha sottolineato la necessità di una programmazione su scala nazionale che tenga conto delle esigenze territoriali e delle peculiarità dei diversi contesti, evidenziando il rischio di una situazione drammatica se non si interviene tempestivamente.
La replica della Lega
Il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, ha replicato alle critiche del Cds, definendo i corsi Indire 2025 una sperimentazione che punta a rendere meno onerosa la specializzazione per i docenti con esperienza specifica, come già avvenuto con i Pas 2013 per l’abilitazione all’insegnamento.
Pittoni ha riconosciuto l’esistenza di un problema di concentrazione dei corsi di specializzazione in alcune aree del Paese, scollegate dalle necessità del territorio. Ha evidenziato la difficoltà di intervenire legislativamente in un sistema non federale, dove l’autonomia universitaria conferisce agli atenei un potere particolare.
Il responsabile della Lega ha concluso sottolineando la necessità di intervenire per gestire al meglio la situazione.
Il futuro del sostegno
La protesta del Cds e la replica della Lega evidenziano le criticità del sistema di sostegno in Italia. La necessità di una formazione efficace e di un inserimento lavorativo equo in tutto il territorio nazionale è un tema cruciale per garantire un’istruzione di qualità agli studenti con disabilità.
Il dibattito sul futuro del sostegno è ancora aperto e si prospetta un confronto serrato tra governo, sindacati e docenti. La soluzione ideale dovrebbe garantire un equilibrio tra la qualità della formazione, la soddisfazione delle esigenze territoriali e la tutela dei diritti dei docenti.
Considerazioni
La protesta del Cds solleva un punto importante: la necessità di una pianificazione territoriale per i corsi di specializzazione sul sostegno. La mancanza di una programmazione adeguata rischia di creare disuguaglianze e aggravare la precarietà dei docenti, soprattutto nelle aree più svantaggiate. È fondamentale che il governo si impegni a garantire una formazione di qualità e un inserimento lavorativo equo in tutto il territorio nazionale. La replica della Lega offre un’altra prospettiva, evidenziando le difficoltà di gestire l’autonomia universitaria e la necessità di trovare soluzioni che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti. Il dibattito sul futuro del sostegno è aperto e si prospetta un confronto serrato tra governo, sindacati e docenti. La soluzione ideale dovrebbe garantire un equilibrio tra la qualità della formazione, la soddisfazione delle esigenze territoriali e la tutela dei diritti dei docenti.