Un Sole irrequieto e le aurore boreali
Il 2025 si è concluso con un evento spettacolare: due tempeste geomagnetiche hanno illuminato il cielo notturno di buona parte dell’emisfero Nord, con aurore boreali visibili anche in Italia. La causa di questo fenomeno è stata l’emissione di due flussi di particelle cariche dal Sole, in particolare due espulsioni di materiale coronale (CME), che hanno interagito con il campo magnetico terrestre.
Il primo flusso, meno intenso, ha generato un’aurora visibile in gran parte dell’emisfero Nord, compresa l’Italia settentrionale. Il secondo flusso, molto più potente, ha causato una tempesta classificata tra severa ed estrema, con un picco di intensità intorno alle 19 del primo gennaio.
Numerose immagini sui social media hanno documentato lo spettacolo, soprattutto da Nord America e Scandinavia, ma anche in Italia l’evento è stato visibile, seppur in modo più debole. Una ripresa dal Nuraghe Piscu di Suelli in Sardegna, e una foto da Cortina d’Ampezzo, hanno catturato l’aurora e il cosiddetto Sar (Arco rosso aurorale stabile), un fenomeno simile alle aurore ma generato da un meccanismo diverso.
Le previsioni per i prossimi giorni
Gli esperti prevedono che la Terra potrebbe essere investita da un nuovo flusso di particelle cariche tra il 3 e il 4 gennaio, con la possibilità di nuove aurore. Tuttavia, la previsione è incerta, perché la formazione di aurore è un fenomeno difficile da prevedere con precisione.
Un’opportunità per l’osservazione astronomica
L’evento di fine anno rappresenta un’opportunità per osservare i fenomeni astronomici e comprendere meglio la complessa interazione tra il Sole e la Terra. Le tempeste geomagnetiche, pur potendo avere un impatto sulle infrastrutture tecnologiche, sono un’occasione per ammirare la bellezza del cielo notturno e per approfondire la nostra conoscenza dell’universo.
L’impatto delle tempeste geomagnetiche
Le tempeste geomagnetiche possono avere un impatto sulle infrastrutture tecnologiche, come le reti elettriche e le comunicazioni satellitari. Tuttavia, la loro intensità è variabile e le tempeste più intense sono relativamente rare. La ricerca scientifica si concentra sulla previsione e la mitigazione degli effetti delle tempeste geomagnetiche per proteggere le nostre infrastrutture e garantire la sicurezza delle comunicazioni.