Un caso di congelamento grave
Una giovane alpinista esperta, durante un’ascesa della parete Nord del Cervino il 9 novembre scorso, con temperature intorno ai -20 gradi, ha subito un congelamento di terzo grado alle prime tre dita di entrambi i piedi. Il caso è stato trattato dal reparto di Chirurgia vascolare diretto dal dottor Flavio Peinetti e dall’ambulatorio di Medicina di montagna, diretto dal dottor Guido Giardini. La paziente, che ha subito un’amputazione come possibile soluzione da altri ospedali del Nord Italia, ha affermato di aver ricevuto trattamenti avanzati e adeguati al grave quadro, che non solo le hanno evitato l’amputazione, ma le hanno restituito la possibilità di tornare alla sua vita e alla sua passione per la montagna.
Un intervento tempestivo e un’evoluzione positiva
Il dottor Davide Piccolo, specialista in chirurgia vascolare, ha spiegato che dal congelamento erano ormai trascorsi 19 giorni, un tempo molto lungo per attuare le terapie necessarie, con la trombolisi che va attuata entro 24-48 ore. Nonostante ciò, l’equipe medica si è subito resa disponibile per valutare la paziente, dal momento che dalle immagini sembrava esserci qualche margine per evitare l’amputazione. La paziente è arrivata ad Aosta il giorno successivo e subito ricoverata e sottoposta a terapie con prostanoidi endovena, che ha tollerato anche ad alto dosaggio grazie alle sue buone condizioni generali e la giovane età. È stata associata una terapia con ibuprofene e medicazioni specifiche. L’evoluzione è stata verso un progressivo e costante miglioramento.
Un recupero completo e un lieto fine
Dopo sette giorni di ricovero, la paziente è stata dimessa il 6 dicembre. Al controllo ambulatoriale, dopo altri 15 giorni, è stata eseguita la pulizia dei tessuti necrotici. La paziente è perfettamente guarita, nessun dito, neanche parzialmente, ha avuto necessità di amputazione. Questo caso rappresenta un successo per l’ospedale Parini di Aosta, che ha dimostrato di essere all’avanguardia nella cura di casi complessi di congelamento, offrendo un’alternativa all’amputazione e restituendo la speranza a pazienti che si trovano in situazioni critiche.
L’importanza della tempestività e dell’innovazione
Questo caso dimostra l’importanza della tempestività e dell’innovazione nel trattamento di casi di congelamento avanzato. L’equipe medica dell’ospedale Parini di Aosta ha dimostrato grande professionalità e competenza, riuscendo a salvare le dita della paziente grazie a un intervento tempestivo e all’utilizzo di terapie innovative. Questo caso dovrebbe incoraggiare gli ospedali a investire nella ricerca e nell’innovazione per garantire ai pazienti le migliori cure possibili, anche in situazioni complesse.