Lo zolfo come motore della risalita dell’oro
Un team internazionale di ricerca guidato dalla China University of Geosciences di Pechino ha svelato il ruolo chiave dello zolfo nella formazione dei depositi d’oro associati ai vulcani. Attraverso un nuovo modello termodinamico, gli scienziati hanno dimostrato che lo zolfo agisce come un vero e proprio motore, spingendo la risalita dell’oro dal mantello terrestre alla superficie, favorendo la creazione di ricchi depositi nelle zone vulcaniche.
Lo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas), ha importanti implicazioni per l’esplorazione mineraria, offrendo nuove indicazioni per identificare potenziali aree ricche di oro.
Zone di subduzione e formazione dei depositi d’oro
I depositi d’oro associati ai vulcani si formano nelle cosiddette zone di subduzione, dove una placca della crosta terrestre scivola sotto un’altra. Questo processo facilita la risalita di magma dal mantello sottostante, come accade nella cintura di fuoco del Pacifico, una zona caratterizzata da intensa attività vulcanica.
“In tutti i continenti attorno all’Oceano Pacifico, dalla Nuova Zelanda al Cile, abbiamo molti vulcani attivi”, spiega Adam Simon dell’Università del Michigan, uno degli autori dello studio. “Tutti questi vulcani si formano in zone di subduzione. Gli stessi processi che determinano le eruzioni vulcaniche sono quelli che formano depositi d’oro.”
Il ruolo dello zolfo nella formazione dei depositi
Nelle zone di subduzione, le particolari condizioni di pressione e temperatura favoriscono il passaggio di ioni trisolfuro dalla placca in subduzione al mantello. Qui, questi ioni si legano all’oro, formando un complesso molecolare altamente mobile nel magma. Questo complesso, grazie alla sua mobilità, risale in superficie, concentrandosi nelle zone vulcaniche e formando i depositi d’oro.
I ricercatori hanno dimostrato questo processo attraverso un nuovo modello termodinamico basato su esperimenti di laboratorio condotti in condizioni controllate di temperatura e pressione. I risultati “forniscono una robusta comprensione di ciò che porta in certe zone di subduzione alla produzione di depositi minerali molto ricchi di oro”, afferma Simon.
Implicazioni per l’esplorazione mineraria
La scoperta del ruolo dello zolfo nella formazione dei depositi d’oro ha importanti implicazioni per l’esplorazione mineraria. La comprensione dei meccanismi che governano la formazione di questi depositi può aiutare a identificare le aree più promettenti per la ricerca di oro.
“Combinare i risultati di questo studio con studi esistenti migliora la nostra comprensione di come si formano i depositi di oro e può avere un impatto positivo sull’esplorazione”, conclude Simon.
Un nuovo sguardo alla geochimica dell’oro
Questa scoperta rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione dei processi geochimici che governano la formazione dei depositi d’oro. Il ruolo chiave dello zolfo, precedentemente non pienamente apprezzato, apre nuove prospettive per l’esplorazione mineraria e la ricerca di nuovi giacimenti. L’applicazione di modelli termodinamici e di analisi sperimentali in laboratorio è fondamentale per svelare i segreti della geochimica e per indirizzare le future ricerche in questo campo.