Il gas russo si ferma, l’industria transnistriana si blocca
La Transnistria, regione separatista filorussa della Moldavia, si trova in una situazione critica a causa dell’interruzione delle forniture di gas russo. Il flusso è stato interrotto a seguito dello stop del transito in Ucraina, lasciando l’industria locale in una situazione di stallo.
Secondo le dichiarazioni di Sergei Obolonik, primo vice primo ministro della regione, “Tutte le imprese industriali sono inattive, ad eccezione di quelle impegnate nella produzione alimentare, ovvero quelle che garantiscono direttamente la sicurezza alimentare della Transnistria”.
La dipendenza dal gas russo, unita alla situazione politica precaria della regione, sta creando un’emergenza che mette a rischio l’economia e la vita quotidiana dei cittadini. La sospensione del riscaldamento e dell’acqua calda, annunciata due giorni fa, aggrava ulteriormente la situazione.
Un impatto irreversibile sull’economia
L’interruzione delle forniture di gas sta avendo un impatto devastante sull’economia della Transnistria. La chiusura delle aziende industriali rischia di avere conseguenze a lungo termine, con il rischio che le imprese perdano la capacità di ripartire.
Come ha sottolineato Obolonik, “È troppo presto per giudicare come si svilupperà la situazione… Il problema è così esteso che se non verrà risolto per molto tempo, avremo già dei cambiamenti irreversibili, ovvero le imprese perderanno la capacità di ripartire”.
La Transnistria, con una popolazione di circa 450.000 persone, si è separata dalla Moldavia negli anni ’90 con il crollo dell’Unione Sovietica. La sua economia è sempre stata fragile e dipendente da Mosca, e questa crisi sta mettendo a dura prova la sua resilienza.
Un segnale di allarme per l’Europa
La situazione in Transnistria è un segnale di allarme per l’Europa. La dipendenza energetica dalla Russia sta diventando sempre più evidente, con conseguenze potenzialmente devastanti per le economie europee.
La crisi in Transnistria dimostra la fragilità delle economie dei Paesi che dipendono da un unico fornitore di energia. L’Europa deve accelerare la sua transizione verso fonti di energia alternative e diversificare le sue forniture per evitare di trovarsi in una situazione di vulnerabilità simile.