La Bufera ‘Woke’ di Dungeons & Dragons
Il mondo di Dungeons & Dragons, popolato da elfi, orchi e dragonidi, è stato travolto da una bufera di polemiche per le nuove regole introdotte per promuovere l’inclusione. Le modifiche, codificate in un nuovo manuale, hanno suscitato l’ira di molti fan, tra cui Elon Musk, che ha tuonato: “Hasbro, vai all’inferno”.
Le nuove regole, che ribattezzano le “razze” dei personaggi in “specie”, eliminano le specifiche qualità innate che erano associate a ciascuna razza. Ad esempio, gli orchi non sono più intrinsecamente “selvaggi”, i nani “forti” o gli elfi “perspicaci”.
Wizards of the Coast, la società che ha acquistato D&D nel 1997, ha anche suggerito che le lunghe campagne di gioco siano precedute da sessioni in cui i giocatori identificano temi da evitare, come aggressioni sessuali o uso di droga. Inoltre, l’editore ha avallato una tendenza che consente ai giocatori di interrompere il gioco se si sentono a disagio.
Il Dibattito sull’Inclusione e la Tradizione
Le modifiche hanno aperto una faida tra i giocatori, alcuni dei quali hanno accusato gli editori di essere caduti vittima di atteggiamenti “woke”. Robert Kuntz, un creatore di giochi di ruolo pluripremiato, ha criticato Wizards of the Coast per aver dettato regole dall’alto invece di lasciare ai Dungeon Masters (i narratori e arbitri delle campagne di gioco) la libertà di adattare le singole partite.
Per Wizards of the Coast, le nuove regole sono state in parte una risposta a una crisi di popolarità. Il lead designer Jeremy Crawford ha affermato che l’audience era in calo e che D&D si era ridotto a un solo modo di giocare, non all’altezza delle potenzialità di accesso che il gioco offre.
Un’Evoluzione Necessaria o una Snaturazione?
Timothy Linward, un giornalista specializzato in giochi da tavolo e wargame, ha ammesso che nella versione originale di D&D, gli orchi erano “una minaccia violenta alla civiltà che pacifici avventurieri dovevano pacificare”, riecheggiando così “sfortunati stereotipi usati contro sottoculture tribali e indigene”.
L’obiettivo delle nuove regole, secondo Ryan Lessard, scrittore e frequente Dungeon Master, è quello di mandare un segnale ai giocatori, sia attuali che futuri, che D&D adotta un approccio sicuro, inclusivo, ponderato e sensibile alla narrazione fantasy.
Il dibattito su come bilanciare inclusività e accessibilità con storia e tradizioni continua ad alimentare la discussione su D&D, con molti fan che si interrogano sul futuro del gioco e sulla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti culturali senza snaturare la sua identità.
L’evoluzione di un gioco
Le modifiche a Dungeons & Dragons sollevano un quesito importante: come si può far evolvere un gioco senza snaturare la sua identità? L’inclusione è un valore fondamentale, ma è possibile raggiungerla senza sacrificare la storia e la tradizione del gioco? Credo che la chiave sia trovare un equilibrio tra l’adattamento alle nuove sensibilità e il rispetto per la storia del gioco. Il dibattito su D&D riflette un dibattito più ampio sulla società moderna, dove inclusività e tradizione si confrontano in un’arena di valori in continua evoluzione.