Un bilancio di morte e distruzione a Gaza
Il primo giorno del nuovo anno è stato segnato da una nuova ondata di violenza nella Striscia di Gaza, con almeno 29 palestinesi, tra cui bambini e donne, uccisi prima del tramonto. Il bilancio delle vittime nella Striscia ha raggiunto quota 45.553, con 108.379 feriti. Gli attacchi israeliani si sono concentrati nel nord di Jabalia, nel campo profughi centrale di Bureij, a Gaza City e nel sud di Khan Younis. Un raid contro una casa a Jabalia ha provocato 15 morti e più di 20 feriti tra tre famiglie di sfollati.
I bombardamenti sono iniziati a mezzanotte, con un raid contro una casa a Jabalia, nel nord di Gaza, che ha provocato 15 morti, tra cui quattro bambini e una donna, e più di 20 feriti tra tre famiglie di sfollati.
Nonostante la tragedia, dalla Striscia continuano ad arrivare razzi verso il territorio israeliano. Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che l’Idf intensificherà i suoi attacchi contro Gaza se Hamas continuerà a lanciare razzi contro Israele. “Subirà colpi di un’intensità mai vista a Gaza da molto tempo”, ha detto. L’aeronautica militare israeliana ha reso noto di aver lanciato a dicembre oltre 1.400 attacchi aerei nella Striscia di Gaza, con jet da combattimento, elicotteri e droni.
Ospedali al collasso e sfollati in condizioni disperate
La situazione umanitaria a Gaza è sempre più drammatica. Le Nazioni Unite hanno denunciato che il sistema sanitario è sull’orlo del collasso totale a causa dei continui attacchi israeliani contro gli ospedali. Gli ospedali sono diventati “trappole mortali”, ha sottolineato l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk.
Le condizioni di centinaia di migliaia di sfollati palestinesi diventano ogni giorno più miserabili. Oltre ai continui bombardamenti, il clima rigido e le forti piogge hanno allagato oltre 1.500 tende che ospitano intere famiglie nei campi profughi e nei rifugi di Gaza. L’acqua ha raggiunto oltre 30 centimetri di altezza, mettendo a rischio la salute dei profughi.
L’Onu ha accusato Israele di attaccare gli ospedali e di voler spostare la popolazione locale. “L’assedio” sembra essere parte di uno sforzo “per spostare in modo permanente la popolazione locale come precursore dell’annessione di Gaza”, hanno affermato alcuni esperti di diritti delle Nazioni Unite.
Tregua in stallo e negoziati in impasse
I tentativi di raggiungere un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi e una tregua si sono ufficialmente arenati ancora una volta. Un funzionario israeliano ha dichiarato al Times of Israel che al momento non ci sono team israeliani a Doha o al Cairo che stiano lavorando a un accordo con Hamas.
Secondo l’emittente israeliana Kan, Hamas è disposto a rilasciare 22 dei 34 ostaggi sulla lista, offrendone 12 deceduti. Israele avrebbe rifiutato l’idea, chiarendo che accetterebbe solo rapiti ancora in vita.
Un conflitto senza fine?
La situazione a Gaza è un dramma che si protrae da anni, con un ciclo di violenza che sembra non avere fine. La mancanza di un accordo di pace e la crescente instabilità politica nella regione rischiano di alimentare ulteriormente il conflitto, con conseguenze disastrose per la popolazione civile. È necessario un intervento internazionale urgente per porre fine alla violenza e garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini della regione.