Un’amicizia musicale in bilico
Max Pezzali, in una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, ha svelato un retroscena inedito sulla sua storia con Mauro Repetto, con cui ha formato il duo 883. Il cantante ha rivelato che a un certo punto avrebbero potuto abbandonare la musica, nonostante i rischi contrattuali: “Sono abbastanza sicuro che a un certo punto avremmo abbandonato la musica con tutti i rischi contrattuali del caso: comunque a Mauro andava stretto ballare e fare i cori. Avremmo trovato altro da costruire insieme”.
La rivelazione arriva in un momento in cui il duo è coinvolto in una causa al tribunale di Milano per l’utilizzo del marchio 883, a dimostrazione di come la loro storia musicale sia ancora legata a un filo sottile di tensioni e incomprensioni.
L’heavy metal come rifugio
Pezzali, simbolo degli anni Novanta, ha chiuso un anno ricco di successi con la prima tournée negli stadi, la serie Sky “Hanno ucciso l’uomo ragno”, l’album “Max Forever Vol. 1” e numerosi live, incluso uno nella notte di San Silvestro. Ma in questa intervista, ha svelato un lato più intimo di sé, raccontando della sua adolescenza: “Sono stato uno sfigato di proporzioni abbastanza monumentali fino al 1982-1983, finché a un certo punto ho spostato la mia attenzione sulla musica, su un genere un po’ ostico per sentirmi culturalmente diverso e non semplicemente escluso: l’heavy metal degli Iron Maiden e dei Saxon”.
La scelta di un genere musicale come l’heavy metal, spesso visto come una nicchia di ribelli e outsider, rappresenta un momento di svolta per il giovane Pezzali, che in questo modo cercava di affermare la sua identità in un contesto sociale in cui si sentiva escluso.
Sanremo: “Sono lì a vedere che cosa puoi sbagliare”
Sullo storico Festival di Sanremo, che partirà l’11 febbraio, Pezzali ha espresso un’opinione piuttosto critica: “In quella platea non c’è nessuno che è lì per te: sono lì a vedere che cosa puoi sbagliare, non che cosa puoi fare bene. Se sei un tipo ansioso, sei finito”.
Le parole di Pezzali evidenziano la pressione che si vive sul palco di Sanremo, dove la critica e il giudizio pubblico sono sempre in agguato. Il cantante, con la sua esperienza, sembra suggerire che il Festival non è un luogo per tutti, soprattutto per chi ha un carattere ansioso e sensibile.
Lo strappo con Cecchetto e la lezione del kintsugi
Pezzali ha poi parlato del suo rapporto con Claudio Cecchetto, con cui ha avuto uno strappo dopo tanti anni di collaborazione: “Quando certi ingranaggi si bloccano così è perché ci sono delle ottime ragioni. Non a tutto si può applicare l’arte giapponese del kintsugi, del rimettere insieme i pezzi. Ma è giusto: si cresce anche con gli scontri, i conflitti, le rotture”.
Il riferimento al kintsugi, l’arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con oro, è una metafora interessante per descrivere la difficoltà di ricucire un rapporto che si è incrinato. Pezzali sembra suggerire che non tutte le relazioni possono essere riparate e che a volte è necessario accettare la fine di un ciclo per crescere e maturare.
Il rapporto con il figlio Hilo: un amico e un modello
Infine, Pezzali ha parlato del suo rapporto con il figlio Hilo: “Sono uno di quei genitori che gli educatori non approvano: faccio l’amico – spiega alla rivista – Poco rigore, poca autorevolezza. Per fortuna mio figlio mi compensa: è ligio, preciso, osserva le regole”.
Il cantante si definisce un padre “amico”, che non si basa su un’autorità rigida, ma su un rapporto di confidenza e affetto. Il suo figlio, Hilo, sembra compensare questa mancanza di rigore con un carattere responsabile e disciplinato, un equilibrio che crea un legame solido tra padre e figlio.
L’insegnamento della libertà
Pezzali conclude l’intervista con una riflessione importante: “Gli ho spiegato – conclude Pezzali – che non esiste il possesso, che nessuno è di nessuno. Voglio tenerlo lontano dalle espressioni e dagli atteggiamenti assoluti”.
Questa frase rappresenta un insegnamento prezioso per il figlio, un invito alla libertà e all’indipendenza, un messaggio che va oltre la semplice relazione padre-figlio e si estende a tutti i rapporti umani.
Un’occhiata al cuore di Max Pezzali
Questa intervista a Vanity Fair offre un’occasione unica per sbirciare nel cuore di Max Pezzali, un artista che ha segnato la musica italiana degli anni Novanta. Tra rivelazioni inedite e riflessioni personali, emerge un uomo che ha saputo affrontare le sfide della vita con la stessa energia e la stessa autenticità che lo ha sempre contraddistinto. La sua storia con Mauro Repetto, il suo percorso artistico e il suo rapporto con il figlio Hilo, raccontati con sincerità e profondità, ci regalano un ritratto intimo di un uomo che ha saputo evolversi e crescere nel tempo.