Un 2024 difficile e un 2025 incerto
L’industria automobilistica europea si appresta ad affrontare un 2025 all’insegna dell’incertezza, dopo un 2024 che ha visto molti costruttori annunciare chiusure di stabilimenti e tagli di personale. Il problema principale è quello delle multe salate che Bruxelles imporrà alle aziende che non rispetteranno i nuovi limiti di emissioni di CO2. Secondo le stime dell’Acea, l’impatto sull’industria potrebbe arrivare a 16 miliardi di euro, con conseguenze pesanti per l’occupazione in un settore che impiega oltre 13 milioni di persone.
Nonostante le difficoltà, i costruttori europei hanno ribadito il loro impegno per la neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 e per la transizione verso la mobilità a zero emissioni. A gennaio inizierà un dialogo strategico con aziende, fornitori, sindacati e associazioni per definire una strategia che possa rilanciare l’industria automobilistica europea.
Molti paesi, tra cui l’Italia, chiedono una revisione della legislazione sul CO2 prevista per il 2026. Il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, ha sottolineato che il 2024 si concluderà senza crescita per il mercato europeo, con un calo stimabile intorno al 18% rispetto al 2019. La situazione italiana è analoga, con un mercato che dovrebbe chiudere l’anno intorno a 1.566.000 immatricolazioni, sui livelli del 2023.
Le cause di questo andamento sono da ricercare nella transizione energetica e nell’aumento dei prezzi delle automobili. Le case automobilistiche sono state costrette a produrre auto elettriche che il mercato non richiede, con la conseguenza di dover fare forti sconti per vendere le auto.
Il futuro dell’industria automobilistica: un punto di svolta?
Il 2025 potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’industria automobilistica europea. Il futuro dipenderà dalla sensibilità dell’Unione Europea e dalla sua volontà di rivedere la politica per la transizione energetica.
Secondo Quagliano, una possibile soluzione potrebbe essere quella di diluire gli obiettivi di riduzione delle emissioni su un periodo di tempo maggiore, di richiedere obiettivi meno sfidanti e di prevedere la neutralità tecnologica, aprendo la strada ai motori tradizionali alimentati con biocarburanti o carburanti sintetici.
Un’altra strada potrebbe essere quella delle ibride plug-in, su cui insiste l’industria tedesca. Questo tipo di auto, ricaricabili con la spina, consuma meno e potrebbe rappresentare un compromesso accettabile per l’Unione Europea, che non perderebbe la faccia come ha già fatto con le conseguenze disastrose della politica fino a qui attuata.
Anche Stellantis ha proposto questa soluzione, che potrebbe essere ulteriormente incentivata da un supporto a livello europeo.
L’importanza della sostenibilità e dell’innovazione
La transizione verso la mobilità sostenibile è un processo complesso e delicato. È fondamentale trovare un equilibrio tra gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le esigenze del mercato e dell’industria.
L’innovazione tecnologica è un elemento chiave per la riuscita di questa transizione. Le case automobilistiche devono investire in ricerca e sviluppo per sviluppare tecnologie innovative che consentano di ridurre le emissioni senza compromettere le prestazioni e l’affidabilità delle auto.
Il futuro dell’industria automobilistica europea è legato alla sua capacità di adattarsi alle nuove sfide e di cogliere le opportunità offerte dall’innovazione. L’Unione Europea ha un ruolo fondamentale da svolgere in questo processo, fornendo il supporto necessario alle aziende e aiutando a creare un ambiente favorevole allo sviluppo di tecnologie sostenibili.
Una transizione delicata
La transizione verso la mobilità sostenibile è un processo complesso che richiede un approccio ponderato e pragmatico. La fretta e la rigidità normativa possono portare a conseguenze negative per l’industria e per l’occupazione. È importante trovare un equilibrio tra gli obiettivi di riduzione delle emissioni e le esigenze del mercato e dell’industria. La neutralità tecnologica e l’incentivazione delle ibride plug-in potrebbero rappresentare un compromesso valido per garantire una transizione graduale e sostenibile.