La fine del transito ucraino
Domani, 1° gennaio, si chiude un capitolo importante per il mercato energetico europeo: il gas russo non transiterà più attraverso l’Ucraina. I dati del gestore del gasdotto ucraino, Ogtsu, confermano che le consegne attraverso l’unico punto di ingresso per il gas russo in Ucraina scenderanno a zero a partire da oggi. Questo evento segna la fine dell’accordo di transito chiave tra Mosca e Kiev, in scadenza a fine anno.
L’Ue rassicura: ‘Impatto limitato’
La Commissione Europea ha rassicurato gli Stati membri, sottolineando che l’impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento dell’Ue sarà limitato. Una portavoce ha spiegato che l’infrastruttura europea è sufficientemente flessibile per garantire forniture di gas non russo ai Paesi dell’Europa centrale e orientale tramite “rotte alternative”.
I mercati restano nervosi
Nonostante le rassicurazioni dell’Ue, i mercati del gas sono rimasti nervosi. I contratti sul mercato di riferimento europeo hanno sfondato quota 50 dollari al megawattora, per la prima volta dall’ottobre del 2023. Questo dimostra la preoccupazione degli operatori per la sicurezza dell’approvvigionamento e la possibile instabilità dei prezzi del gas.
Un’altra tessera nel mosaico della crisi energetica
La chiusura del transito del gas russo attraverso l’Ucraina è un’ulteriore tessera nel complesso mosaico della crisi energetica che sta vivendo l’Europa. La guerra in Ucraina ha già portato a una riduzione significativa delle forniture di gas russo, e questa decisione rappresenta un’ulteriore complicazione. È importante che l’Ue continui a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico, per garantire la propria sicurezza e indipendenza energetica.