Il caso del paziente no vax
Il primario di Cardiochirurgia dell’ospedale di Cattinara di Trieste, Enzo Mazzaro, si è autosospeso dopo essere stato vittima di insulti e minacce da parte di un paziente no vax. Il paziente, seguito dal 2021, ha sempre rifiutato interventi chirurgici e vaccinazioni, anche quelle di prassi. In un messaggio online, ha sostenuto di essere stato cancellato dalle liste di attesa per l’intervento perché non vaccinato.
Mazzaro, che ha presentato una denuncia per le minacce ricevute da lui e dalla sua famiglia, ha confermato di non conoscere il paziente e di non essersi mai occupato del suo caso. Il suo timbro è presente sulla lettera/modulo con cui l’ospedale, dopo l’ennesimo rifiuto del paziente all’operazione e ai vaccini, ha inviato una dichiarazione di discarico di responsabilità in caso di peggioramento delle condizioni.
Il modulo, a causa di un problema o di una svista burocratica, riportava solo il rifiuto ai vaccini e non anche (e soprattutto) il rifiuto all’intervento chirurgico.
Nel 2021 al paziente fu diagnosticata una cardiopatia valvolare ed è stato seguito negli anni nonostante il rifiuto a farsi operare, con rivalutazioni periodiche, contatti e visite. Durante questi controlli è stata diagnosticata anche una grave immunodepressione, ma le convinzioni del paziente sono rimaste invariate.
Solo di recente aveva considerato l’eventualità di farsi operare e per questo era stato nuovamente contattato. Gli esami pre-operatori erano stati programmati per gennaio 2025, indipendentemente dai vaccini. Tuttavia, il paziente ha poi avuto un ripensamento.
La prescrizione delle vaccinazioni non era un consiglio, ma la prescrizione di un ematologo, proprio a causa dell’immunodepressione. Si tratta di misure terapeutiche scientifiche a tutela del paziente che deve subire un intervento in anestesia generale, circolazione extracorporea e terapia intensiva, come da prassi ospedaliera.
Dall’ospedale sottolineano che le vaccinazioni non hanno capacità vincolante sull’intervento, come sarebbe stato testimoniato dalle dichiarazioni dello stesso uomo e di sua moglie. Il Centro ribadisce la disponibilità a prendersi cura del paziente, ma il paziente ha rinviato l’intervento.
Il contesto politico
La vicenda ha un forte impatto politico. Fratelli d’Italia ha annunciato un’interrogazione al ministro della Salute Schillaci. La responsabile Giustizia del Partito Democratico, Debora Serracchiani, ha commentato: “Si deve garantire sicurezza del medico minacciato” e ha segnalato che “questi episodi sono anche gli esiti di anni di attacchi alla scienza e alle buone pratiche della medicina. Le ultime decisioni del Governo vanno nella direzione sbagliata.”
Considerazioni
Il caso del primario di Cardiochirurgia di Trieste che si autosospende dopo essere stato minacciato da un paziente no vax solleva questioni delicate sulla libertà di scelta del paziente e sulla sicurezza dei medici. È importante ricordare che la scelta di rifiutare un trattamento medico è un diritto del paziente, ma è altrettanto importante garantire la sicurezza e la serenità del personale sanitario. Il caso evidenzia la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra medici e pazienti, basato sul rispetto reciproco e sulla fiducia nella scienza. È fondamentale che la comunicazione tra medico e paziente sia chiara e trasparente, in modo da permettere al paziente di prendere decisioni consapevoli e informate. Inoltre, è necessario tutelare i medici da minacce e aggressioni, garantendo loro un ambiente di lavoro sicuro e sereno.
Un caso emblematico
Questo caso rappresenta un esempio concreto di come la diffusione di disinformazione e di teorie complottiste possa avere conseguenze reali e negative per la società. La scelta di un paziente di rifiutare un trattamento medico, pur essendo un suo diritto, non può giustificare minacce e aggressioni nei confronti del personale sanitario. È importante ricordare che la scienza è il fondamento della medicina moderna e che i medici sono professionisti che si dedicano alla cura e al benessere dei pazienti.