Un’intervista intima e coinvolgente
Giovanni Veronesi, uno dei registi e sceneggiatori più apprezzati del panorama italiano, è il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky Tg24. L’ospite, intervistato dal vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Paolo Bonfadini, si racconta in “Giovanni Veronesi – Cinema, amore e fantasia”, in onda lunedì 30 dicembre alle 21:00 su Sky Tg24, sabato 4 gennaio alle 12:30 su Sky Arte e sempre disponibile on demand.
L’intervista, che si preannuncia intima e coinvolgente, ripercorre la carriera di Veronesi, dai suoi primi successi con Leonardo Pieraccioni fino alle collaborazioni con star internazionali come Penelope Cruz, David Bowie e Robert De Niro. Il regista racconta aneddoti inediti, svela i retroscena delle sue opere e condivide con il pubblico la sua passione per il cinema e per la vita.
La Valanga Azzurra: un documentario dedicato allo sci italiano
Veronesi è tornato al cinema con il suo primo documentario, “La Valanga Azzurra”, in sala dal 21 ottobre. Il film ripercorre la parabola vincente della nazionale italiana di sci alpino degli anni ’70, una squadra che, come ricorda il regista, “era quasi scambiata dagli spettatori per una squadra di calcio, dato che in quel team c’erano 10 atleti che erano capaci, se andavano bene quel giorno, di occupare le prime dieci posizioni in classifica”.
Il documentario è nato dalla passione di Veronesi per lo sci, una passione che lo ha accompagnato fin da bambino: “In realtà io sono uno sciatore fallito. Sono uno di quelli che ci ha provato ma, per sfortuna o perché comunque ero una pippa, non ce l’ho fatta. Diciamo che ero il più scarso tra i più forti”, racconta con ironia.
Un’infanzia tra scuola e cinema
L’intervista ripercorre anche l’infanzia di Veronesi, tra scuola e cinema. Il regista ricorda di essere stato “bravissimo a copiare” a scuola, e di aver utilizzato il cinema come una terapia: “Ho usato il cinema come tanti usano lo psicanalista, con la differenza che chi va dallo psicanalista paga per dire le stesse cose che dico io essendo pagato”, scherza.
Collaborazioni importanti e successi memorabili
Veronesi racconta con entusiasmo delle sue collaborazioni con artisti internazionali, come Penelope Cruz, scelta per interpretare Maria in “Per amore, solo per amore”: “L’avevo vista in ‘Jamón jamón’, con Bardem, molto giovane, e c’era una scena di sesso su un flipper, dove Bardem la possedeva. Dopo che ho visto quella scena, così forte, così importante, ho visto anche la delicatezza con cui lei in qualche modo si faceva possedere da quest’uomo molto corpulento. Così ho pensato ‘Se è stata così delicata in una scena così forte, chissà quanto sarebbe stata aggraziata nel ruolo di Maria’”.
Il grande successo arriva però grazie al sodalizio artistico con Leonardo Pieraccioni, suggellato dal film “Il Ciclone”: “Pieraccioni venne a casa mia a cena e mi disse ‘Ho pensato una storia ambientata al tempo di guerra in un casolare’ e gli dico ‘Perché al tempo di guerra?’ E lui ‘Vabbè no, facciamola oggi allora’. Poi dice ‘Ci sono delle ballerine che arrivano dentro questo casolare…’ ‘Ballerine di?’ gli dico io? E lui dice ‘Ballerine… così… di danza, sai, belle, aggraziate…’ Io dico ‘Flamenco’ e lui ‘E vabbè, facciamo flamenco’. È stato tutto molto, molto casuale. Poi ci siamo messi a scrivere la sceneggiatura in un residence dove se alzavamo la serranda c’era un muro. Un luogo di grande ispirazione”, scherza Veronesi.
Veronesi ricorda con affetto anche la collaborazione con Francesco Nuti: “È un pezzo di me, del mio cuore, della mia vita”, dice. “Francesco Nuti è mio fratello. Quello che ha avuto il coraggio di impormi, di farmi diventare il suo sceneggiatore, di farmi scrivere le storie, Francesco, era per me fonte di grande amore. Lo amavo proprio e sentivo battere il cuore quando lo vedevo. Anche quando stava male andavo a trovarlo in clinica che ormai non comunicava più. Se c’è una cosa che mi manca nella vita è proprio Francesco”.
Incontri con le star internazionali
Veronesi racconta anche dei suoi incontri con star internazionali, come David Bowie, con cui ha lavorato in “Il mio west”: “Bravo, ma antipatico. Però era il mio mito e come accade spesso quando conosci persone che tu hai mitizzato, un pochino rimani deluso. In questo caso totalmente deluso perché è stato di un’antipatia incredibile, parlava solo di morte”.
E poi Robert De Niro: “Lui invece era molto simpatico, tutte le sere veniva a casa mia. Una volta gli feci una domanda da fan perché non riuscivo più a trattenermi e gli chiesi ‘Ma in ‘Toro scatenato’, in cui hai preso 26 kg in così poco tempo, come hai fatto? Cosa ti ha spinto? E io mi aspettavo una risposta da attore, una roba tipo ‘metodo Stanislavskij, actor studio…’ Sapete cosa mi ha risposto? ‘Se non lo facevo io lo faceva Al Pacino'”.
Un’intervista che svela l’anima di un artista
L’intervista a Giovanni Veronesi su Stories si preannuncia come un’occasione per conoscere più da vicino l’anima di un artista, la sua passione per il cinema, la sua ironia e la sua profonda umanità. Attraverso le sue parole, il pubblico potrà scoprire i retroscena delle sue opere e conoscere l’uomo che si cela dietro il regista di successo. Un’intervista da non perdere per gli appassionati di cinema e per tutti coloro che sono curiosi di scoprire la storia di un grande talento italiano.