I primi cento giorni di Duodo: un bilancio in rosso
Andrea Duodo, presidente della Federazione Italiana Rugby (Fir) dal 15 settembre scorso, ha trascorso i suoi primi cento giorni di mandato affrontando sfide economiche importanti. Il bilancio della federazione si presenta in rosso, con una previsione di chiusura del 2024 con un passivo di dieci milioni di euro. Duodo sottolinea che questa situazione è un’eredità pesante, di cui erano consapevoli al momento dell’elezione, e che il primo obiettivo è quello di riportare il bilancio in acque sicure.
“La realtà è che nel 2024 la federazione ha una previsione di chiusura con un passivo di dieci milioni di euro, un’eredità pesante, di cui eravamo consapevoli nel momento in cui abbiamo deciso di sfidare la precedente governance”, afferma Duodo. “Il movimento ci ha dato fiducia, il primo obiettivo è quello di riportare il bilancio federale in acque sicure, ricreare le condizioni per poter investire sul rugby di base che, nello scorso quadriennio, è stato abbandonato a se stesso.”
Le Zebre in vendita: un passo per la sostenibilità
Per garantire la sostenibilità economica della federazione, Duodo ha annunciato la possibile cessione delle Zebre Rugby, la franchigia italiana di United Rugby Championship con sede a Parma e di proprietà della federazione. Il Consiglio ha avviato l’invito ad una manifestazione d’interesse tra privati.
“La sostenibilità è il primo requisito. Oggi le Zebre costano troppo alla federazione e, sia sportivamente che commercialmente, producono poco, drenando risorse che potremmo investire sul movimento e sul rugby di base”, spiega il presidente. “Non ce lo possiamo permettere, molto semplicemente. Padova, Roma, Milano, la stessa Parma: non so dire oggi dove giocheranno le Zebre nella prossima stagione, o come si chiameranno. Ma una cosa la garantisco: dal 2025-26 la franchigia dovrà essere solida e sostenibile, anche se gli effetti concreti sul bilancio federale li avremo solo dal 2026.”
Il Sei Nazioni alle porte: un momento di crescita per il rugby italiano
Il Sei Nazioni è alle porte e Duodo si mostra fiducioso per il futuro del rugby italiano. “Il 21 gennaio ospiteremo per la prima volta il lancio globale del Torneo a Palazzo Brancaccio, preceduto dalla ‘premiere’ della seconda stagione della serie Netflix ‘Six Nations: Full Contact’ in Piazza della Repubblica. Roma sarà, per un giorno, il polo d’attrazione del rugby mondiale”, afferma il presidente.
Duodo sottolinea l’importanza del torneo per il movimento italiano, che dal 2000 ha visto rivoluzionate le entrate e le prospettive del rugby italiano. “Oltre centodiecimila biglietti già venduti per le tre partite interne, a Roma, della nazionale, con Galles, Francia e Irlanda – commenta -, tre grandi appuntamenti per noi e per i nostri partner, un fantastico momento di promozione per il nostro movimento.”
Un futuro di crescita e di investimenti
Duodo si impegna a riportare il bilancio federale in acque sicure e a investire sul rugby di base, che è stato trascurato nel passato. “Prima portiamo la nave Fir in un porto sicuro, poi ricominceremo ad investire. Nel frattempo lavoriamo duramente all’aumento delle risorse”, afferma il presidente.
Il presidente si mostra fiducioso nel futuro del rugby italiano e nel lavoro del ct Gonzalo Quesada, che ha come obiettivo di lungo termine il Mondiale del 2027. “Da rugbista non vedo l’ora, da presidente federale posso dire che abbiamo grande fiducia nel ct Gonzalo Quesada – continua – e in una squadra giovane, che ha il Mondiale del 2027 come obiettivo di lungo termine.”
Sfide e opportunità per il rugby italiano
Il bilancio in rosso della Federazione Italiana Rugby rappresenta una sfida importante per la nuova presidenza di Duodo. La decisione di mettere in vendita le Zebre, pur necessaria per la sostenibilità economica della federazione, potrebbe avere un impatto sul movimento rugbistico italiano. Tuttavia, la prospettiva del Sei Nazioni e l’impegno di Duodo per il rilancio del rugby di base offrono un’opportunità per il futuro del rugby italiano. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra le esigenze economiche e la crescita del movimento, garantendo un futuro solido e sostenibile per il rugby italiano.