Stallo sulla Consulta: la scadenza del 13 gennaio incombe
La situazione politica italiana è in stallo su due fronti cruciali: l’elezione dei 4 giudici della Corte Costituzionale e la presidenza della Rai. L’accordo di massima, che prevede 2 componenti indicati dal centrodestra, uno dal centrosinistra e uno “tecnico”, sembra reggere. Tuttavia, sui nomi dei candidati non c’è ancora la fumata bianca che consentirebbe alle Camere di garantire il voto con la maggioranza dei tre quinti.
Giorgia Meloni, secondo fonti ben informate, avrebbe deciso di prendere in mano in prima persona il dossier per cercare di chiudere in fretta, come richiesto anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’unica indicazione certa al momento è quella di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier, mentre per Forza Italia sarebbero in corsa Pierantonio Zanettin e Francesco Paolo Sisto.
Il Pd, invece, non avrebbe ancora trovato la quadra per la sua quota. Si è parlato di Anna Finocchiaro e Andrea Pertici, ma la loro candidatura sembra essere tramontata. Il nome del “tecnico” rimane ancora avvolto nel mistero.
La scadenza del 13 gennaio per l’ammissibilità dei referendum, a partire da quello sull’Autonomia differenziata, si avvicina. La camera di consiglio della Corte Costituzionale che istruirà il procedimento è calendarizzata per quella data, lasciando poco tempo ai nuovi giudici per studiare i fascicoli. C’è chi non esclude che la Corte si esprima con solo 11 giudici, con il completamento del plenum che potrebbe slittare a dopo il 20 gennaio.
La Rai in bilico: Agnes favorita, ma il Pd e il M5S contrari
Anche la presidenza della Rai è bloccata. Forza Italia spinge per la candidatura di Simona Agnes, ma gli spazi per le trattative sarebbero indirizzati verso Avs e Azione, senza però esiti concreti. Il Pd e il M5S sono nettamente contrari, e il dialogo con Matteo Renzi sembra sempre più remoto.
L’election day e la questione dei mandati dei governatori
A breve si aprirà un altro tavolo di trattativa: l’election day per le amministrazioni che negli anni della pandemia Covid sono state costrette al voto in autunno. La maggioranza parla di un’eventuale discussione a gennaio, mentre dai territori sale il pressing per spostare anche le regionali a primavera 2026.
La decisione si intreccia con la questione dei mandati dei governatori. Il governo sta valutando se impugnare la legge campana che consentirebbe a Vincenzo De Luca di superare il limite dei due mandati, mentre in Friuli Venezia Giulia la Lega ha messo sul tavolo delle trattative di maggioranza il terzo mandato per Massimiliano Fedriga.
Un’Epifania decisiva?
L’Epifania potrebbe essere un momento chiave per sbloccare la situazione politica italiana. La scadenza del 13 gennaio per l’ammissibilità dei referendum incombe, e la pressione per trovare una soluzione si fa sempre più forte. Il tempo stringe, e la politica dovrà trovare un modo per uscire dallo stallo e garantire il funzionamento delle istituzioni.