La Legge di Bilancio approvata in Senato: il governo difende la manovra, le opposizioni protestano
L’ultimo atto in Senato per l’approvazione della Legge di Bilancio è andato in scena tra polemiche e malumori, anche all’interno della stessa maggioranza. Il governo ha difeso a spada tratta la manovra, definendola “prudente” e “un valore”, come ha ribadito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’unico rammarico, ha aggiunto, è “non aver potuto fare di più per la famiglia e i figli”.
Le tensioni, però, non si sono concentrate tanto sui contenuti quanto sull’impossibilità di modificare il provvedimento, arrivato blindato a Palazzo Madama a una settimana dall’esercizio provvisorio. Il testo è quindi stato approvato con la fiducia, scatenando la protesta delle opposizioni e del relatore di maggioranza, Guido Quintino Liris di FdI.
Liris ha lasciato simbolicamente la guida del provvedimento, lamentando l’impossibilità di esaminare la manovra in entrambi i rami del Parlamento. “Mi auguro – ha evidenziato Liris – che dalla prossima legge di Bilancio sia la Camera sia il Senato possano dare il loro contributo”. Un appello raccolto in qualche misura dal ministro Giorgetti, che ha ammesso che la situazione attuale è “purtroppo così” da anni, ma che si potrebbe rivedere la questione nell’ambito della revisione delle regole di contabilità.
Le opposizioni, invece, hanno attaccato il governo, definendo le dimissioni di Liris “un fatto straordinario” e un segno “dello stato delle relazioni tra governo e Parlamento e le tensioni nella maggioranza”. Il centrosinistra ha parlato di “scempio” e “mortificazione delle istituzioni” per la blindatura del testo al Senato, accusando il governo di un “atteggiamento muscolare” nei confronti del Parlamento.
Critiche alla manovra e malumore nella maggioranza
Le critiche alla manovra del centrosinistra sono state anche nel merito. Il Movimento 5 Stelle ha definito la manovra “un Robin Hood al contrario”, mentre Avs l’ha definita “una manovra senza visione e non risponde alle crisi in corso”.
Anche all’interno della maggioranza, però, la blindatura del testo al Senato ha suscitato malumore. Voci critiche si sono levate nel centrodestra, con il senatore leghista Claudio Borghi e l’azzurro Dario Damiani che hanno espresso il loro dissenso. Alcuni hanno persino ipotizzato che, a quel punto, si sarebbe potuta approvare la riforma Renzi.
Il malumore nel centrodestra è evidente e il rischio è che si riversi sul prossimo provvedimento, il Milleproroghe, che dovrà essere approvato in Senato. Il decreto, approvato in Cdm il 9 dicembre, è ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta e sarà su quel terreno che si misurerà la voglia di compattezza nella maggioranza, soprattutto considerando le diverse posizioni su temi come lo stop alle multe no vax, su cui Forza Italia ha già fatto sapere che farà sentire la propria voce.
L’importanza del dibattito parlamentare e la necessità di un confronto aperto
La vicenda della Legge di Bilancio evidenzia ancora una volta l’importanza del dibattito parlamentare e la necessità di un confronto aperto e trasparente tra governo e opposizioni. La blindatura del testo al Senato ha limitato la possibilità di un’analisi approfondita e di un’eventuale modifica del provvedimento, creando un clima di tensione e malumore sia tra le opposizioni che all’interno della maggioranza. La politica dovrebbe puntare a un’azione di governo più collaborativa, che tenga conto delle diverse opinioni e che si basi su un dialogo costruttivo tra le forze politiche.