Un network di giovani e la propaganda online
I carabinieri del Ros hanno arrestato una 22enne di Bologna, insieme ad altri quattro giovani, con l’accusa di aver costituito un’associazione terroristica dedita alla propaganda di gruppi come Al Qaeda e Stato Islamico. L’indagine, coordinata dalla Procura di Bologna e dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ha svelato un network di giovani che si dedicavano al proselitismo jihadista online, con l’obiettivo di reclutare nuovi membri e di trasferirsi in Paesi con campi di addestramento.
La 22enne, ritenuta il leader del gruppo, è stata arrestata insieme a una 18enne di Spoleto, un 27enne di origine turca residente a Monfalcone e al fratello 19enne. Un quinto indagato, un 20enne di origine marocchina residente a Milano, è ricercato in quanto partito per l’Etiopia a novembre.
L’indagine ha evidenziato come la 22enne, ritornata dal Pakistan il 13 dicembre, fosse un’influencer online della Jihad, con l’ossessione del proselitismo e in particolare della diffusione di contenuti, precetti, video, preghiere in lingua italiana, per reclutare quanti più possibile coetanei in Italia.
L’obiettivo: trasferirsi in Paesi con campi di addestramento
L’indagine ha rivelato che la ragazza, dalla propaganda online, mirava a creare rapporti sul campo con membri di gruppi di lotta armata. Le intercettazioni hanno mostrato come lei e un’altra ragazza del gruppo progettassero di trasferirsi e vivere insieme in Paesi – del Centro Africa ma non solo – con campi di addestramento jihadisti o comunque con dottrina islamica.
Interrogatorio di garanzia e difesa legale
Per la 22enne è stato fissato l’interrogatorio di garanzia a Bologna per il 28 dicembre, insieme a quello di un altro indagato. È difesa dall’avvocato Simone Romano.
Il pericolo della propaganda online
La vicenda evidenzia il pericolo della propaganda online e la necessità di contrastare la diffusione di ideologie estremiste. Le piattaforme digitali possono essere strumenti potenti per la radicalizzazione e il reclutamento, e la lotta al terrorismo deve tenere conto di questa nuova realtà. È fondamentale, quindi, un’azione congiunta da parte delle autorità, delle piattaforme online e della società civile per contrastare la diffusione di contenuti estremisti e proteggere i giovani da influenze dannose.