Scontri e proteste nella Siria post-Assad
La Siria, appena liberata dal regime di Bashar al Assad, è già alle prese con la prima sfida diretta dei sostenitori del dittatore. I lealisti della minoranza alawita, di cui lo stesso Assad faceva parte, hanno dato vita a manifestazioni e scontri violenti, segno che la pacificazione del paese non sarà per niente facile.
Le nuove autorità siriane hanno lanciato un’operazione contro le milizie filo-Assad nella provincia costiera di Tartus, roccaforte della minoranza alawita, uccidendo almeno tre combattenti fedeli all’ex regime. Gli scontri tra uomini armati e forze di sicurezza hanno causato 17 morti, di cui 14 membri delle forze di sicurezza e tre uomini armati.
L’obiettivo del governo è di “ripristinare la sicurezza” nella regione costiera, ha affermato l’agenzia di stampa ufficiale Sana. Tra gli arrestati c’è un funzionario della giustizia militare che sotto Bashar al Assad emetteva condanne a morte nella famigerata prigione-mattatoio di Sednaya.
Secondo alcuni testimoni e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, migliaia di siriani hanno manifestato a Tartus, Banias, Jableh e Latakia, dove la comunità alawita è molto presente, e a Homs, dopo che era stato diffuso un video sui social che mostrava l’attacco di combattenti a un santuario ad Aleppo. Le autorità hanno affermato che il video era vecchio e risaliva in realtà alla presa della città da parte dei ribelli dell’Hts il primo dicembre, all’inizio della loro offensiva contro il regime. Il ministero dell’Informazione ha anche avvertito che è “severamente vietato trasmettere o pubblicare qualsiasi contenuto mediatico o informazione volto a seminare divisione”.
Per cercare di riportare la situazione alla calma a Homs è stato imposto il coprifuoco notturno.
Accreditamento internazionale e apertura diplomatica
Intanto, la nuova leadership siriana continua a ricevere l’accreditamento internazionale. Una delegazione irachena ha incontrato a Damasco i nuovi governanti e un’apertura è arrivata anche dal Libano. Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, nel suo primo messaggio ufficiale alla nuova amministrazione di Damasco, ha affermato di voler instaurare i migliori rapporti di vicinato con la Siria.
Le sfide della transizione in Siria
La situazione in Siria è complessa e delicata. La nuova leadership deve affrontare la sfida di riconciliare un paese diviso da anni di guerra e repressione. I lealisti di Assad, ancora forti e organizzati, rappresentano una minaccia seria alla stabilità del paese. La transizione verso un nuovo ordine politico e sociale sarà lunga e difficile, e richiederà un grande sforzo da parte di tutti gli attori coinvolti.
È fondamentale che il nuovo governo si impegni a garantire la sicurezza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa. La riconciliazione nazionale è la chiave per la pace e la prosperità della Siria.
La comunità internazionale ha un ruolo importante da svolgere nel supportare il nuovo governo siriano e nel favorire una transizione pacifica e democratica.