Manovra finanziaria approvata con tensioni e polemiche
La terza manovra finanziaria del governo di Giorgia Meloni è stata approvata dopo una gestazione di due mesi alla Camera e un’accelerazione fulminea al Senato. La legge, che stanzia 30 miliardi di euro per redditi bassi e famiglie, è stata approvata con un voto di fiducia, nonostante le critiche delle opposizioni che hanno definito l’iter legislativo troppo rapido e i fondi insufficienti.
Il percorso della manovra è stato costellato da tensioni e polemiche. Le discussioni notturne, gli emendamenti votati per errore e i 100 milioni di euro che avanzano e resteranno buoni per il 2025, forse, hanno evidenziato le difficoltà incontrate dalla maggioranza nel portare a termine l’iter legislativo. Le opposizioni hanno espresso forti critiche, accusando il governo di scarsa trasparenza e di aver ignorato le loro proposte.
La premier Meloni, che ha rivendicato l’impegno del governo per sostenere le famiglie e i redditi bassi, si prepara a un 2025 impegnativo. Il rimpasto di governo è in vista, con la nomina del nuovo commissario per la ricostruzione in Emilia Romagna in pole position. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, già indicato come vicedirettore dell’Aise, potrebbe essere il candidato designato.
Tensioni e rimpasti in vista
La maggioranza di governo, composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, mostra segni di fragilità. Forza Italia insiste sul taglio delle tasse e ha già in agenda una serie di appuntamenti per gennaio, tra cui la presentazione di un piano di politica industriale. La Lega, guidata da Matteo Salvini, rilancia l’idea di un suo ritorno al Viminale, con Claudio Borghi che sostiene che i rimpasti aiutano a migliorare la squadra e piacciono ai cittadini.
La premier Meloni, pur non volendo sentire pronunciare la parola “rimpasti”, potrebbe rimettere mano alla squadra già a gennaio, per riempire le tre caselle di sottogoverno rimaste libere. Tra queste, la viceministro alle Infrastrutture, rimasta vacante dopo il passaggio di Galeazzo Bignami a capogruppo alla Camera.
Le critiche delle opposizioni
Le opposizioni hanno espresso forti critiche alla manovra finanziaria, definendola ingiusta e insufficiente. Il Partito Democratico ha lamentato che non si potrà cambiare una virgola della legge, mentre Luigi Marattin ha suggerito di chiudere con il monocameralismo di fatto attraverso una unica “Assemblea nazionale” da introdurre con una vera riforma costituzionale.
Un’analisi critica della manovra finanziaria
La manovra finanziaria approvata, pur destinando risorse importanti a famiglie e redditi bassi, presenta alcuni punti critici. La rapidità dell’iter legislativo e l’assenza di un confronto più ampio con le opposizioni potrebbero aver limitato la possibilità di apportare modifiche significative al testo. Inoltre, l’insufficienza dei fondi per alcune misure, come la ricostruzione in Emilia Romagna, potrebbe generare ulteriori tensioni e critiche. Sarà importante monitorare l’attuazione della manovra e valutare il suo impatto reale sull’economia e sulla società italiana.