Un’associazione terroristica online
Un’operazione del Ros dei carabinieri ha portato all’arresto di cinque giovani, di cui uno minorenne, accusati di aver costituito un’associazione terroristica denominata “Da’wa Italia”. Il gruppo, guidato da una ragazza ventenne di origine pachistana residente a Bologna, si è radicalizzato online durante la pandemia di Covid-19, ispirandosi ad Al Qaeda e allo Stato Islamico. L’indagine, partita a settembre 2023, ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti degli indagati, residenti a Bologna, Spoleto, Monfalcone e Milano. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Bologna su richiesta della Procura bolognese, Dipartimento antiterrorismo, con il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
La radicalizzazione online e il ruolo della leader
Il gruppo si è radicalizzato online, senza frequentare moschee o altri luoghi di preghiera fisici. La leader, la ventenne di origine pachistana, si è iscritta a un istituto superiore ma non ha completato gli studi. Gli inquirenti evidenziano il suo “particolare attivismo” e “l’incessante opera di proselitismo”. La giovane ha coinvolto un’altra ragazza di origine algerina, cresciuta e residente a Spoleto, e suo fratello minorenne. Il gruppo comprendeva anche un giovane di origine turca residente a Monfalcone e un ragazzo di origine marocchina cresciuto a Milano, che è partito per unirsi alle milizie jihadiste in Corno d’Africa.
Un’indagine in corso
Le indagini proseguono per capire quali connessioni il gruppo avesse a livello italiano ed europeo. I pc e gli altri dispositivi sequestrati a casa dei ragazzi saranno analizzati per approfondire le loro attività. Il 27 dicembre a Bologna sono fissati gli interrogatori di garanzia di due dei cinque arrestati, tra cui la giovane residente a Bologna.
La sfida della radicalizzazione online
Il caso di “Da’wa Italia” evidenzia la crescente sfida della radicalizzazione online, un fenomeno che si è intensificato durante la pandemia di Covid-19. L’isolamento e la solitudine, uniti alla diffusione di contenuti estremisti online, hanno creato un terreno fertile per la radicalizzazione di giovani vulnerabili. È fondamentale contrastare la diffusione di propaganda terroristica online e promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi della radicalizzazione.