La visita di Ben Gvir e le reazioni
Il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, ha visitato questa mattina la Spianata delle Moschee a Gerusalemme, un sito conteso al centro del conflitto israelo-palestinese. La visita ha suscitato numerose proteste, in particolare da parte dell’Autorità Nazionale Palestinese, che l’ha definita una “provocazione senza precedenti”.
Ben Gvir ha postato una foto di sé sulla Spianata su X, dichiarando di essere salito sul luogo “per pregare per la sicurezza dei nostri soldati, per il rapido ritorno di tutti gli ostaggi a Gaza e per una vittoria totale”.
Il ministero degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese ha condannato la visita, definendo i “rituali talmudici” di Ben Gvir presso la moschea di Al-Aqsa una “provocazione” contro milioni di palestinesi e musulmani.
Anche la Giordania, alla quale è affidata l’amministrazione del sito, ha denunciato la visita come “provocatoria e inaccettabile”, definendola una “violazione dello status quo storico e giuridico” della Spianata delle Moschee.
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che lo status quo del Monte del Tempio non è cambiato.
La Spianata delle Moschee: un luogo sacro e conteso
La Spianata delle Moschee, terza luogo sacro dell’Islam, è costruita sulle rovine del secondo tempio ebraico, distrutto nell’anno 70 dai Romani. Per gli ebrei è il Monte del Tempio, il luogo più sacro dell’ebraismo.
Il sito è al centro del conflitto israelo-palestinese ed è oggetto di tensioni ricorrenti. In base allo status quo decretato dopo la conquista di Gerusalemme Est da parte di Israele nel 1967, i non musulmani possono visitare la spianata in orari specifici, senza fermarsi a pregare.
Le implicazioni della visita di Ben Gvir
La visita di Ben Gvir alla Spianata delle Moschee è un’ulteriore dimostrazione delle tensioni crescenti a Gerusalemme e in tutta la regione. Il ministro, noto per le sue posizioni di estrema destra, ha una storia di dichiarazioni e azioni controverse che hanno contribuito ad alimentare l’instabilità in Israele e nei Territori Palestinesi. La sua visita, in un momento di particolare fragilità, rischia di innescare nuovi conflitti e di compromettere ulteriormente il fragile equilibrio di potere nella regione.