Il ricordo della strage del Rapido 904
Il 23 dicembre 1984, alle porte del Natale, un’esplosione squarciò i vagoni del treno rapido 904 che percorreva la grande galleria dell’Appennino. L’attentato, di matrice terroristico-mafiosa, come accertato dalla magistratura, causò la morte di 16 persone e il ferimento di quasi 300. Tra le vittime, anche tre bambini.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio in ricordo della strage, ha sottolineato la risposta unita del popolo italiano di fronte all’attacco eversivo. “Le Istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani”, ha affermato Mattarella, aggiungendo che “questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani”.
Un atto di barbarie e intimidazione
La strage del Rapido 904 fu un atto di barbara violenza terroristico-mafiosa che si inseriva in una strategia di intimidazione e destabilizzazione del Paese. L’attentato si inseriva in una serie di criminali attentati ai treni, in continuità con le stragi compiute dall’eversione nera. La mafia avrebbe replicato questa strategia contro la Repubblica anche nel decennio successivo.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito la strage “una tragedia di sconvolgente violenza”, sottolineando che “la mafia avrebbe continuato a mettere in atto questa strategia del terrore contro la Repubblica negli anni successivi”.
Un dovere di memoria e di impegno
Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha ricordato che la strage “fu un atto di barbara violenza terroristico-mafiosa che, in un attimo, spezzò vite innocenti, anche quelle di tre bambini”. Fontana ha sottolineato che “la memoria di quei fatti resta indelebile e continua a scuotere le nostre coscienze”.
Tutti i presidenti delle istituzioni hanno espresso il loro profondo cordoglio per le vittime e i loro familiari, sottolineando l’importanza di fare memoria e di impegnarsi per una società più giusta.
Un monito per il futuro
La strage del Rapido 904 è un monito per le nuove generazioni. La lotta alla criminalità organizzata è un impegno costante, che richiede la collaborazione di tutti. La memoria di questi eventi tragici deve essere un motore per costruire una società più giusta e sicura, in cui la violenza e il terrore non abbiano più spazio.