Il Natale degli anni ’60: Un trionfo di modernità
La tradizione gastronomica italiana a Natale è ricca e variegata, con ogni regione che offre le proprie specialità. Ma come si festeggiava il Natale negli anni del boom economico? La rivista La Cucina Italiana ci porta in un viaggio nel tempo, ripescando il Natale del 1964 e svelandoci un menù ricco di piatti che oggi ci appaiono vintage, ma che all’epoca rappresentavano il trionfo della modernità.
Tra gli antipasti spicca la gelatina di scampi, un piatto che oggi associamo agli anni ’80, ma che in realtà era già di moda negli anni ’60. Un altro piatto che ci riporta a quell’epoca è il pane in cassetta farcito con diverse salse, un’idea che oggi ritroviamo nei party moderni.
Il piatto forte del menù è rappresentato dagli scampi, simbolo del nuovo lusso dell’epoca. Le aragostine, con la loro bellezza e la loro eleganza, assicuravano un tono da grande cuisine a tutte le tavole natalizie.
Primi piatti insoliti e tradizionali
Il primo piatto è ricco e insolito: tagliatelle in tortiera, un’insolita versione delle tagliatelle della domenica condite con una salsa di fegatini e cuori di pollo. Un piatto che ci riporta a un’epoca in cui la cucina italiana era in continua evoluzione e sperimentazione.
Non mancano i tortellini, ma a Natale vengono preparati in una versione particolare: tortellini asciutti alla panna e nel nido. Un abbinamento inconsueto che ci riporta a un’epoca in cui la cucina italiana non era ancora così rigida e ortodossa. La farcia dei tortellini è composta da prosciutto crudo, salsiccia, petto di pollo, uova e parmigiano, una ricetta che si discosta dalla ricetta tradizionale del Tortellino di Bologna, depositata nel 1974 dalla Dotta confraternita del tortellino.
Un tacchino ripieno e un filetto al forno
Come da tradizione, il menù prevede un volatile farcito, in questo caso un tacchino ripieno di marroni, salsiccia, pancetta, mortadella, uova e parmigiano. Un piatto che richiede una lunga preparazione, ben 5 ore, e che ci riporta a un’epoca in cui la cucina era un’arte che richiedeva tempo e pazienza.
Dopo il tacchino, il menù prevede un filetto al forno con verdure, un piatto più essenziale che mette in risalto la qualità del filetto insaporito da una salsa al cognac e verdure al burro.
Dolci stravaganti e un’anticipazione del panettone
Il menù si conclude con una serie di dolci stravaganti, che ci rimandano a un’epoca in cui il panettone non era ancora così diffuso. Tra questi spicca il Gelato caldo, una meringa con un cuore di gelato al cioccolato. Un dessert che potrebbe trarre in inganno, perché il gelato in realtà non è caldo, ma solo leggermente tiepido per permettere alla meringa di colorarsi.
Questo menù ci riporta a un’epoca in cui la cucina italiana era in continua evoluzione e sperimentazione, un’epoca in cui la tradizione si mescolava con la modernità, dando vita a piatti insoliti e sorprendenti.
Un viaggio nel tempo attraverso i sapori
Attraverso il menù natalizio del 1964, La Cucina Italiana ci offre un’affascinante finestra sul passato, un viaggio nel tempo attraverso i sapori. Un viaggio che ci permette di scoprire come si festeggiava il Natale negli anni del boom economico, un’epoca di grande cambiamento e di grande sperimentazione culinaria.
I piatti che troviamo in questo menù ci ricordano che la cucina italiana è in continua evoluzione, che la tradizione si mescola con la modernità e che i gusti cambiano nel tempo. Un viaggio nel tempo che ci permette di apprezzare la ricchezza e la varietà della gastronomia italiana.
Un’eredità culinaria che si evolve
Il menù natalizio del 1964 ci ricorda che la tradizione culinaria italiana è in continua evoluzione. I piatti che oggi ci appaiono vintage erano all’epoca simbolo di modernità e di sperimentazione. Questo ci insegna che la cucina è un’arte viva, che si evolve con il tempo e con le influenze culturali. La nostra eredità culinaria è ricca e variegata, e continua a reinventarsi, offrendoci sempre nuove e sorprendenti esperienze gastronomiche.