Il palco vuoto del Circo Massimo
A cinque giorni dallo stop del Campidoglio a Tony Effe, e a quarantotto ore dal forfait collettivo del resto del cast, il palco del Circo Massimo è ancora vuoto. Un supplente, o più d’uno, per intrattenere il popolo del Capodanno di piazza della Capitale al momento non risulta trovato. E in Comune si valutano oramai tutti gli scenari: l’ospite straniero, difficile però da trovare a dieci giorni da San Silvestro, il dj set a oltranza ma anche l’ipotesi più estrema, quella dell’annullamento del concerto.
Il no a Tony Effe e la lettera dei centri antiviolenza
D’altronde sul no a Tony Effe che ha causato il domino dei passi indietro di solidarietà degli altri due artisti Mahmood e Mara Sattei, il sindaco Roberto Gualtieri ha tenuto e tiene il punto. Anzi, spiega che la decisione di chiedere un passo indietro al trapper romano l’ha presa dopo una lettera arrivata sulla sua scrivania dalle donne che gestiscono i centri antiviolenza comunali: “Abbiamo difficoltà a fare il nostro lavoro contro il linguaggio violento e sessista – hanno scritto al sindaco – se poi con i soldi pubblici il Campidoglio fa cantare esattamente le cose che noi diciamo essere sbagliate”. “Lì – ha proseguito Gualtieri – io ho riconosciuto l’errore e ho detto: non voglio mettere in difficoltà le persone che sul campo lavorano contro la violenza sulle donne”.
Il contro-concerto di Tony Effe al Palaeur
Il trapper intanto chiama a raccolta i fan al Palaeur, dove ha lanciato – colpo di teatro di ieri era – un contro-concerto di Capodanno. “I biglietti stanno volando, mi raccomando ragazzi affrettatevi che è arrivato l’arrotino. Poi rimanete senza” sorride sardonico su Instagram mentre i posti a prezzo popolare (10 euro) vengono prenotati uno dopo l’altro.
Un caso che solleva un dibattito importante
La vicenda di Tony Effe e il Capodanno romano solleva un dibattito importante sul ruolo della musica e dell’arte nella società e sulla responsabilità dei pubblici ufficiali. Da un lato, c’è il diritto alla libertà di espressione e la libertà artistica. Dall’altro, c’è il dovere di tutelare i valori fondamentali della società, come la lotta contro la violenza di genere. La scelta del sindaco Gualtieri, pur controversa, dimostra una sensibilità verso questa tematica e un impegno a contrastare la diffusione di messaggi discriminatori e violenti.