La sentenza della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza in risposta a un rinvio pregiudiziale del tribunale di Roma, riguardante il decreto ministeriale che designa i paesi sicuri per l’esame delle domande di asilo. La Corte ha ribadito che la scelta politica di prevedere un regime differenziato per i richiedenti asilo provenienti da paesi sicuri è di competenza del circuito democratico della rappresentanza popolare, e non del giudice ordinario. Di conseguenza, il giudice non può annullare il decreto ministeriale con effetti erga omnes.
I poteri del giudice
Tuttavia, la Corte ha precisato che il giudice può valutare la legittimità della designazione dei paesi sicuri e, in caso di contrasto con i criteri europei o nazionali, disapplicarla in via incidentale. Questo potere è limitato alla valutazione della legittimità del decreto, non alla sua annullazione generale. Il giudice conserva inoltre il potere di valutare l’insicurezza del paese di origine in base alle circostanze specifiche del richiedente asilo, in questo caso la valutazione governativa non è decisiva.
Garanzia dell’effettività dei diritti
La Corte ha sottolineato che il giudice ordinario è il garante dell’effettività dei diritti fondamentali del richiedente asilo, e che il suo potere di valutazione è ispirato al principio di cooperazione istruttoria. In sostanza, il giudice può valutare la specificità del caso concreto e disapplicare il decreto ministeriale se la designazione del paese come sicuro non è in linea con le circostanze del richiedente.
Equilibrio tra poteri
La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra il potere politico di designare i paesi sicuri e il potere giudiziario di garantire l’effettività dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo. La Corte ha riconosciuto la legittimità della scelta politica, ma ha anche affermato che il giudice ha il potere di valutare la legittimità della designazione e di considerare le circostanze specifiche del singolo caso. Questo approccio garantisce un livello di tutela dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo, pur riconoscendo il ruolo del potere politico nella definizione delle politiche di asilo.