Un cessate il fuoco in bilico
La situazione a Gaza rimane tesa, con le speranze di un cessate il fuoco che rischiano di svanire. Mentre i parenti degli ostaggi implorano la fine della guerra per riportare a casa i loro cari, il premier israeliano Benyamin Netanyahu si dice determinato a ‘sradicare Hamas’ dalla Striscia. La posizione di Netanyahu è stata espressa in un’intervista al Wall Street Journal, dove ha affermato che non accetterà di ‘mettere fine alla guerra prima di aver sradicato Hamas’. Questa dichiarazione ha alimentato i timori dei parenti degli ostaggi, che vedono la loro speranza di un ritorno a casa sempre più flebile.Le delegazioni di Hamas, della Jihad islamica palestinese e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, incontratesi al Cairo, hanno espresso ottimismo per un accordo, affermando che è ‘più vicino che mai se il nemico smette di porre nuove condizioni’. Tuttavia, la durata dell’accordo di cessate il fuoco rimane il principale nodo nei negoziati. Hamas chiede la fine della guerra, mentre Netanyahu vuole una pausa temporanea durante la quale gli ostaggi vengono rilasciati, seguita dalla ripresa dei combattimenti per completare lo smantellamento del gruppo terroristico.La posizione di Netanyahu è stata criticata da Einav Zangauker, la mamma di Matan Zangauker, tenuto prigioniero a Gaza. La donna ha accusato il primo ministro di tentare di affossare i negoziati, affermando: ‘Porre fine alla guerra non è né un ostacolo né un prezzo. Porre fine alla guerra per riportare a casa tutti gli ostaggi è l’obiettivo’.
Un missile dallo Yemen colpisce Tel Aviv
Mentre la situazione a Gaza rimane incerta, Israele si trova ad affrontare una nuova minaccia: gli attacchi degli Houthi dallo Yemen. Nella notte tra venerdì e sabato, un missile balistico sparato dallo Yemen ha superato l’Iron Dome, la cupola di ferro che intercetta migliaia di razzi, e ha colpito un parco di Tel Aviv, ferendo lievemente 16 persone, tra cui una bambina di 3 anni.L’aeronautica israeliana ha aperto un’inchiesta sulla falla nella difesa aerea, ma finora ha stabilito che nessuno dei missili intercettori è riuscito ad abbattere il missile. Il fallimento del sistema di difesa ha suscitato preoccupazione e ha costretto molti residenti a lasciare le loro case in piena notte.L’attacco è stato rivendicato dai ribelli sciiti filoiraniani yemeniti, che hanno esultato per il fallimento del sistema di difesa israeliano. Il raid arriva solo due giorni dopo che i ribelli hanno lanciato un missile che ha danneggiato una scuola israeliana.
La risposta di Israele
Il premier Netanyahu ha definito gli Houthi ‘quasi l’ultimo braccio rimasto dell’asse del male dell’Iran’ e ha annunciato una nuova rappresaglia contro obiettivi militari Houthi, dopo aver finora colpito porti e infrastrutture energetiche anche nella capitale yemenita Sanaa.L’aeronautica israeliana ha già reagito all’attacco con raid aerei contro obiettivi Houthi nello Yemen. La risposta di Israele è stata immediata e decisa, dimostrando la determinazione del governo a rispondere con forza alle minacce alla sicurezza nazionale.
Un conflitto complesso con molti attori
La situazione in Medio Oriente è estremamente complessa, con molti attori coinvolti e interessi contrastanti. La guerra a Gaza è solo un tassello di un mosaico più ampio, che coinvolge anche l’Iran, lo Yemen e altri attori regionali. La risoluzione del conflitto richiede un approccio diplomatico e una comprensione profonda delle dinamiche regionali. È importante ricordare che la guerra ha un impatto devastante sulle popolazioni civili, e che la priorità deve essere la protezione dei civili e la ricerca di una soluzione pacifica e duratura.