Approvazione alla Camera, ma tensioni persistenti
La manovra di bilancio ha superato l’ostacolo della Camera con 204 voti a favore e 110 contrari, ma l’approdo all’ultimo miglio non ha placato le tensioni all’interno della maggioranza. Il voto di fiducia a Montecitorio è passato con 211 sì e 117 no, ma il testo ora passa al Senato per l’approvazione definitiva il 28 dicembre.
Le fibrillazioni e i malumori nel centrodestra si sono concretizzati nel voto sugli ordini del giorno al provvedimento in Aula. Forza Italia e Lega si sono divise su una proposta di modifica del Pd che chiede di andare avanti sulle multe no vax, un tema caro al partito di Matteo Salvini che ha inserito nel milleproroghe una norma che ‘salva’ quanti nel 2022 non hanno ottemperato agli obblighi vaccinali Covid. Sull’odg Dem, che chiede invece di procedere con le sanzioni, sette parlamentari di FI si sono smarcati e hanno votato a favore nonostante il parere contrario del governo.
Un altro punto di scontro è stata la proposta leghista di Ingrid Bisa contro la cosiddetta misura ‘anti-Renzi’ inserita in manovra. L’odg della leghista bollava la norma come “eccessivamente rigida” e portatrice di “limitazioni ingiustificate” per quanti hanno regolari impieghi all’estero. L’ordine del giorno è stato poi ritirato, ma resta comunque un segnale delle tensioni interne alla maggioranza.
Insomma, il via libera alla legge di bilancio lascia comunque strascichi e le tensioni non sembrano essere del tutto sopite.
Il centrodestra rivendica i suoi successi, ma le battaglie continuano
Il centrodestra rivendica le misure portate a casa sul fronte della famiglia e sul fisco, a partire dal taglio del cuneo fiscale e all’Irpef a tre aliquote strutturali. Ma è proprio sul fronte delle tasse che si preannuncia già una nuova battaglia, con FI che ha dovuto rinunciare all’ulteriore taglio dal 35 al 33% del secondo scaglione a causa degli incassi non sufficienti del concordato. Alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia, la Lega ha già fatto sapere che insisterà sulla rottamazione quater.
Le opposizioni all’attacco: manovra ‘repressiva’ e ‘incapace di risolvere i problemi’
Le opposizioni non hanno risparmiato critiche alla manovra. Giuseppe Conte, leader del M5s, l’ha definita “una manovra repressiva per l’economia” con la quale “sbattete la porta in faccia alle persone in difficoltà in un modo ignobile”. La Cgil, con Christian Ferrari, l’ha definita una legge di bilancio che “accelera il declino economico del Paese”, mentre Nicola Fratoianni, leader di Avs, ha sottolineato che “non risolve i veri problemi del Paese”. Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, l’ha riassunta come “meno spesa pubblica e più tasse per tutti”.
La polemica sulla ‘legge mancia’
Un’altra polemica di giornata è stata quella per il ritorno della cosiddetta ‘legge mancia’, una serie di micro-interventi a pioggia sul territorio da parte del centrodestra. Fondi a teatri parrocchiali, per il rifacimento di marciapiedi e manto stradale in piccoli Comuni, ma anche a festival o palestre. Gli interventi sono stati definiti “pure troppi” da alcuni deputati, anche della maggioranza. Federico Fornaro, del Pd, ha accusato la maggioranza di aver finanziato “un Comune con un esiste!”, mentre Valentina D’Orso, del M5s, ha denunciato che “abbiamo 150mila euro al Comune di Nocera Umbra per il calcio sintetico e il sindaco è seduto lì, perché è anche deputato. Abbiamo odg con il codice fiscale!”
Un bilancio tra luci e ombre
La manovra di bilancio approvata alla Camera presenta un quadro complesso, con luci e ombre. Da un lato, il centrodestra rivendica con orgoglio le misure portate a casa, come il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote. Dall’altro, le tensioni all’interno della maggioranza e le critiche delle opposizioni evidenziano le difficoltà nel trovare soluzioni concrete ai problemi del Paese. La ‘legge mancia’, con i suoi micro-interventi a pioggia, rischia di essere percepita come una forma di clientelismo e non come un vero strumento di sviluppo. Sarà interessante osservare come il Senato si confronterà con il testo e se le tensioni interne alla maggioranza si placheranno.